Teatro dell’Opera a rischio, sindacati pronti allo sciopero

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Potrebbe essere a rischio l’intera stagione estiva del Teatro dell'Opera. «A causa dei tagli ai finanziamenti e al personale si sta riducendo da un'eccellenza ad una struttura di provincia» è infatti in bilico, secondo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, il funzionamento di tutto il teatro.

L’allarme è stato lanciato nel corso di una conferenza al centro congressi Cavour durante la quale i sindacati hanno chiesto al sindaco Gianni Alemanno risposte immediate. In vista dell’incontro col primo cittadino, previsto per il 21 di questo mese, Pierpaolo Bombardieri, in rappresentanza della Uil ha annunciato: «Se non ci saranno risposte adeguate quel giorno lo sciopero sarà solo la prima delle nostre azioni».

Roberto Giordano (Cgil) ha poi chiarito la questione: «Al Teatro dell'Opera ci sono due ordini di problemi: gli scarsi finanziamenti aggravati dall'incidenza della recente manovra economica, e il personale. Il numero delle maestranze è fortemente ridotto rispetto al necessario e risulta impossibile stabilizzare i precari».

Secondo Paolo Terrinoni (Cisl) Il teatro dell'Opera conta al momento «504 lavoratori stabili, a fronte di una pianta organica di 631 persone previste. Per questo motivo non facciamo più 250 rappresentazioni l'anno come in passato, bensì solo 120. Chiediamo ad Alemanno di intervenire: o sensibilizzando il governo o con una legge comunale che ci permetta di aumentare la pianta organica. Solo in questo modo potremmo tornare ad essere una struttura di eccellenza. Oggi siamo diventati un teatro di provincia». Secondo la Uil, inoltre, pendono sul teatro circa 250 vertenze per la stabilizzazione, riferite al collegato lavoro.

«Vorremmo comprendere anche, a fronte delle difficoltà finanziarie – ha concluso Pierpaolo Bombardieri – come si spiegano gli 800 mila euro di consulenze inserite nel bilancio 2010 e perché, al posto di infierire sui lavoratori non si chiede a Vespa e Bulgari di rinunciare al loro gettone nel Cda». 

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