Monti: «Lunedì decreto su Roma Capitale». Ma non grazie a Alemanno

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Cambia il governo e cambia il vento per la città eterna. Le prime parole del neo Presidente del Consiglio, fresco fresco di fiducia da parte del Parlamento, non lasciano dubbi sulla considerazione che Mario Monti nutre per la città. Il prossimo Consiglio dei ministri si terrà «lunedì mattina per adottare uno schema di decreto legislativo su Roma Capitale».  

Italianamente pronto a salire sul carro dei vincitori, il nostro caro sindaco, che elogia il Presidente Monti noncurante del fatto che nel Pdl ancora si discuta se accordargli o meno la fiducia. «Un ottimo annuncio – esulta Alemanno – lunedì è l'ultimo giorno utile per l'approvazione in prima lettura del decreto legislativo su Roma Capitale e avere conferma ufficiale di questo impegno è per la nostra città un grande riconoscimento politico e istituzionale». Magari ora aumenteranno i leghisti che l’hanno preso di mira, si inaspriranno le polemiche da “camicia verde” che in questi giorni imperversano nelle cronache politiche, ma che importa: Gianni ormai è forte dei sondaggi e la Lega si allontana sempre più dall’orbita di un sole, quello berlusconiano, che si sta spengendo (alla faccia delle nuove tv annunciate e dei proclami da lottatore coi capelli finti e il cerone che goccia).

C’è un piccolo particolare che Alemanno Gianni non considera o che finge di non considerare. Il riconoscimento di cui parla, riguarda la città e l’importanza che questa ricopre per l’Italia, inutile “vestirsi di abiti” che non gli competono. Il “riconoscimento politico” non riguarda certo chi la città dovrebbe guidarla. Sarà che gli occhi di Gianni sono accecati dal lampo di chi è “folgorato sulla via” del nuovo presidente del Consiglio, lui sì forte di un gradimento reale e non frutto di sondaggi taroccati e fatti “in famiglia”?

Parole di giusta soddisfazione arrivano dalla Provincia per bocca del puntuale Zingaretti, che sottolinea come la nuova svolta politica nazionale supererà «i problemi che il testo aveva avuto nel vecchio governo Berlusconi. Speriamo poi che le novità positive non si fermino qui e che con Monti si aprano anche quei livelli di concertazione sul decreto che sono stati completamente assenti in questi tre anni e mezzo».

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