Una variante sull’area dell’ex Velodromo

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Succedono davvero cose strane in questa città. Scorrendo ad esempio l'elenco delle delibere, quasi tutte urbanistiche, in discussione da ieri nel Consiglio di Roma Capitale, capita di imbattersi in una che riguarda l'ex velodromo dell'Eur. Vexata e annosa questio, dirà qualcuno, che giunge finalmente a buon fine, se non fosse che la vicenda ha cominciato a suscitare polemiche infinite già durante le discussioni sul Grand Prix di Formula 1, progetto ingloriosamente abortito. Se poi si vuol fare la storia di quel manufatto basta ricordare che fu abbattuto a suon di dinamite il 28 luglio 2008 in fretta e furia. Una mostruosità rugginosa, fu definita, che nel 1960 era invece un gioiello di architettura sportiva, uno degli impianti più belli e funzionali del mondo, ma minato fin dalla nascita da problemi strutturali e dalle falde acquifere.  Quello che molti non ricordano è che, nelle intenzioni di Veltroni, entro il 2009 l’ex velodromo olimpico doveva lasciare il posto alla “Cittadella dell’acqua, dello sport e del benessere”. Un progetto di rifunzionalizzazione presentato con gran clamore dall'allora sindaco e assessore all'Urbanistica Roberto Morassut e dagli amministratori di allora di Eur S.p.A.

Nel frattempo mutano gli assetti societari, in barba al precedente bando di gara che prevedeva condizioni meno vantaggiose, si costituisce una società al 51% del gruppo Condotte mentre il 49% rimane alla Eur Spa la quale, si ricorda, è al 90% del Tesoro e al 10% del Comune. Mentre il progetto prevede la sostituzione dell'acqua center con quattro palazzine residenziali, destinando a un parco e a servizi di quartiere il 70% di quella superficie. Si concentrano invece le nuove cubature in un’area dall’altra parte di viale Oceano Pacifico, dove verranno costruite due nuove torri residenziali private di 90 metri e 28 piani, più una terza di proprietà pubblica alta 70 metri di 21 piani. Questa la ragione evidente per la quale nel suddetto odg che convoca il Consiglio si legge testualmente: "il Programma d'interventi per la trasformazione dell'area dell'ex Velodromo Olimpico" sarà soggetto a una variante al Piano regolatore e alla "modifica all'Accordo di Programma del 01.06.2007.

" Per l'assessore all'Urbanistica Marco Corsini, intervistato ieri dal Corriere della Sera, si tratta quasi di un'operazione di routine. Tutto normale. Vengono aumentate le cubature? Macchè, «non ci sono carichi superiori a quelli previsti – fa sapere – ma solo un cambio di destinazione d'uso rispetto al progetto della "Città dell'Acqua"». E dici nespole. Come se farci delle piscine o un ipermercato fosse esattamente la stessa cosa. Non si parli nemmeno di speculazione visto che con questa delibera l'area si valorizza enormemente. Scherziamo? Sembra dire l'assessore, non sapete che Eur Spa è pubblica al 90%? Come se non esistesse un 51% di Condotte, ma soprattutto come se Eur Spa in questi ultimi anni si fosse dedicata alla beneficenza e al pubblico bene. Ma va là, direbbe Ghedini. Meno male che Corsini alla fine ci rivela dove sta la drittata: «quella valorizzazione serve a realizzare la Nuvola di Fuksas». E magari a sistemare i guai e debiti dell'Eur Spa, versione Riccardo Mancini. All'inizio di luglio il Partito Democratico del Municipio XII organizzò un sit in per lanciare una petizione popolare contro il progetto di nuove cubature edilizie in quell'area.  Nella petizione si chiedeva ad Alemanno e a Mancini di fare marcia indietro, cancellando il piano che prevede quattro palazzi in quell'area: «Non si può pensare – dicevano i promotori – che una zona di tale pregio possa essere utilizzata per una banale operazione immobiliare da 30mila metri cubi. L'Eur ha bisogno di servizi pubblici come la scuola media e spazi ricreativi aperti ai cittadini». 

Giuliano Longo

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