Caritas: \”Alemanno forte con i deboli e debole con i forti\”

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"Signor Sindaco, mi permetta di affermare che Lei è veramente 'forte con i deboli e debole con i forti'". Queste le parole con cui inizia una durissima lettera di denuncia, indirizzata al sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno e scritta dal responsabile della Caritas di Ostia, don Franco De Donno in risposta ai due delitti compiuti a Ostia.

"Sono appena trascorsi due giorni – si legge nella missiva – dal feroce regolamento dei conti tra bande mafiose e malavitose di Ostia con il triste esito di due omicidi e il nostro Sindaco non trova altro da fare che perpetrare l’ennesimo sgombero, con l’uso di coltelli per squarciare tende, materassi e coperte, del micro Campo dei pacifici Rom alle Acque Rosse di Ostia! Non smettiamo di gridare e ricordare che il problema dei Rom di Ostia è costantemente monitorato dalle forze del Volontariato (Giovani universitari e delle Scuole, Comunità di S. Egidio, Caritas … ) d’intesa con i Servizi Sociali del Municipio: per essi si sta provvedendo a una progettualità di emersione e di integrazione lavorativa ed alloggiativa, che ha tuttavia i suoi tempi più o meno lunghi! Non ne possiamo più con questo gioco a rimpiattino per cui ci troviamo a veder distrutto in poche ore un percorso che noi stiamo costruendo con fatica giorno per giorno! A cosa serve distruggere senza costruire?

O si fa finta di non sapere che le stesse persone sgomberate una volta non hanno altra alternativa che ricollocarsi o a qualche metro di distanza se non addirittura allo stesso posto? E quanti soldi della pubblica amministrazione vengono sperperati per operazioni che ogni volta costano ciascuna 10.000 euro?. Che non si debba pensare che dopo questo inutile tira e molla dispendioso per tutti forse per risolvere il problema non resti che la deportazione o l’eliminazione?! Chissà che non ricorrano gli estremi di una denuncia penale per una recidiva manifesta volontà contro la salvaguardia e la difesa di uno dei diritti fondamentali della persona, cioè quello della salute e di conseguenza di omissione di atti di ufficio da parte della Amministrazione di Roma Capitale?! Chiedo scusa – ha concluso don Franco De Donno – Signor Sindaco, se la mia indignazione è giunta oltre il limite".

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