La morte del detenuto 32enne, Simone La Penna, avvenuta il 26 novembre del 2009 nel carcere di Regina Coeli, tira in ballo il ministero della Giustizia. Il giudice dell'udienza preliminare, Nicola Di Grazia, ha infatti accolto oggi la richiesta dei genitori e della convivente di La Penna, di citare il ministero come responsabile civile nell'ambito del processo penale per omicidio colposo che vede imputati 3 medici che ebbero in cura La Penna durante la detenzione.
La Penna era stato trasferito a Roma dal carcere di Viterbo, con la diagnosi di anoressia e vomito, calo di peso ed evidente stato rapido di peggioramento delle sue condizioni di salute. Ad avere in cura erano stati il dirigente sanitario di Regina Coeli, Andrea Franceschini, e i medici Giuseppe Tizzano e Andrea Silvano. Secondo l'accusa, i tre medici omettevano di assumere di propria iniziativa “le determinazioni mediche non provvedendo a trasferirlo in una struttura sanitaria idonea ed esprimevano un giudizio di compatibilità con il regime detentivo senza aver acquisito alcun contributo di valutazione sanitaria”.