Maxi cartelloni, bocciata la delibera dei cittadini

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Gianni Alemanno si è svegliato dopo tre anni. Accorgendosi della  proliferazione dei maxi-cartelloni abusivi e selvaggi in tutta Roma e vara la sua ordinanza perla quale «ogni tipo di nuovo impianto pubblicitario frutto di autorizzazioni, ricollocazioni e spostamenti è so-speso fino all’approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari».  Nel frattempo si attende l'approvazione definitiva del Piano Regolatore della cartellonistica da parte dell’assemblea capitolina, che a detta di Alemanno permetterà di avere norme certe per regolare il settore dell’impiantistica pubblicitaria. Il sindaco ha poi spiegato che questo provvedimento«eviterà qualsiasi possibilità di illecito nella ricollocazione di impianti pubblicitari». Eppure, nonostante queste affermazioni e la sceneggiata del sindaco a piazza Barberini dei giorni scorsi, mentre si rimuovevano alcuni impianti abusivi, ieri con 24 voti contro e 19 a favore è stata re-spinta in Consiglio la delibera di iniziativa popolare sottoscritta da 10.000 persone. Per il comitato promotore questo voto significa favorire gli interessi di «pochi a danno dell’intera comunità cittadina».Ma la guerra continuerà con ricorsi e azioni giudiziarie. Primo passo l’impugnativa della delibera che prevede l’installazione, anche nel centro storico e in deroga alla normativa vigente, di 700 nuovi impianti pubblicitari per “finanziare” il bike sharing. Che la mozione non sarebbe stata approvata per motivi procedurali era nell'aria, ma tanto per fare un po' di moina il Pdl ha presentato un suo ordine del giorno che sostanzialmente rimanda al piano regolatore degli impianti. Qualcuno come Belfronte dell'UDC già chiede le dimissioni dell'assessore Bordoni, e Onorato, dello stesso partito, sostiene che la mozione del Pdl è solo fumo negli occhi. Al presidente del Municipio XI Andrea Catarci invece cala letteralmente il velo sugli occhi.«La maggioranza capitolina di centro destra ha vergognosamente bocciato la delibera di iniziativa popolare su cui si sono raccolte più di 10.000 firme. Tutti quei consiglieri – denuncia Catarci – che in questi mesi dicevano di stare dalla parte della cittadinanza e delle regole, di non poterne più dello scempio delle decine di migliaia dimostri di ferro e cemento, hanno votato compatti secondo le indicazioni di Alemanno, con l’eccezione del consigliere Torre. Lo hanno fatto in maniera doppiamente ipocrita, dimenticando le parole spese e facendo il giochetto di allegare un ordine del giorno che non ha nessuna valenza». Nella so-stanza la maggioranza ha finito per difendere l’indifendibile Delibera 37/09 che ha comportato piena deregulation e ha ingigantito i guasti degli anni precedenti.«Con la Polizia Municipale mandata a sequestrare gli uffici e gli archivi per irregolarità e il rischio di infiltrazioni mafiose (invece del-la Dia o della finanza…) -prosegue Catarci – con l’ordinanza che blocca nuovi impianti e ricollocazioni, con il tardivo, costoso e inutile piano di demolizioni,  si ammette un clamoroso fallimento politico durato quasi4 anni, senza rinunciare alla tutela di interessi forti archiviando l’iniziativa di autotutela promossa dalla società civile». Un goffo tentativo di autoassoluzione di Alemanno con azioni scomposte e propagandistiche che mirano a lasciare tutto com’è, anche dopo la tragedia dei due ragazzi morti a Via Tuscolana. Questa la ragione per cui numerosi Municipi, associazioni, comitati e blog si rivolgono direttamente al mondo imprenditoriale perché rinunci all’utilizzo dell’impiantistica su strada, sull’esempio di Telecom Italia. «Di fronte a quasi 4 anni di inadeguatezza completa si pensa di poter risolvere tutto deformando la realtà – conclude CatArci. Ma i cittadini romani non sono stupidi come li si vuole far passare e sapranno distinguere». 

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