Hanno iniziato oggi la mobilitazione attraverso l’assemblea permanente nei rispettivi luoghi di lavoro, i lavoratori della Milano 90 srl, anzida romana che fornisce immobili e servizi alla Camera dei Deputati, al Consiglio di Stato, al Comune di Roma e all’Autorità garante per le Telecomunicazioni.
La mobilitazione è scattata dopo l’avvio da parte dell’azienda, della procedura di licenziamento collettivo per 350 lavoratori su 539 impegnati negli appalti. A rendere noto l’inizio delle proteste è l’Unione Sindacale di Base (Usb) che «ribadisce e considera inammissibile che i tagli ai privilegi della politica vengano fatti pagare direttamente ai lavoratori. Nell'appoggiare e sostenere tutte le iniziative dei lavoratori l'USB richiederà di nuovo un incontro urgente ai Deputati Questori per respingere i licenziamenti avviati dalla Milano 90». Il 30 novembre è stato indetto uno sciopero.
Solidarietà arriva dal mondo politico in un comunicato congiunto di Mario Mei e Salvatore Vigna, Capigruppo ApI in Consiglio regionale e comunale. «Non è ammissibile – proseguono gli esponenti di Alleanza per l'Italia – che 350 lavoratori, che tanto hanno dato all'Azienda Milano 90 svolgendo servizi di mensa, bar, accoglienza e lavanderia in sedi prestigiose come Camera dei Deputati, Consiglio di Stato e Comune di Roma, siano buttati a mare nell'indifferenza generale e senza che siano stati compiuti tutti gli sforzi possibili e necessari». «Va assolutamente ascoltato pertanto – concludono Mei e Vigna – il grido di allarme dei dipendenti della Milano 90 e scongiurato il licenziamento di un numero così alto di lavoratori, in un momento già estremamente drammatico per l'economia del nostro Paese e per tante famiglie».