È stata una lunga notte quella passata dal consiglio comunale di Roma per l’approvazione dell’assestamento al bilancio, conclusasi anche con un caso politico quale l’addio alla maggioranza del consigliere Pasquale De Luca che dal Pdl passa al gruppo misto.
Il consiglio si era aperto intorno alle 16 di ieri, con una mole di oltre 10mila emendamenti all’ordine dei lavori, per poi fare una pausa alle 22.30. La riapertura era slittata alle 2.30 per poi concludersi alle 7.30 di questa mattina con 27 voti favorevoli e 12 contrari. Voto contrario per il gruppo del Pd, mentre il gruppo dell’Udc e De Luca che non hanno partecipato al voto.
Proprio subito dopo la pausa, il caso politico: alle 2.30 De Luca prende la parola dopo alcuni tentativi di conciliazione andati a vuoto e inizia l’attacco al sindaco. Il consigliere aveva presentato 4mila emendamenti, e "il sindaco mi ha chiesto di ritirarli" ha raccontato. Poi l’affondo: “Nell'ultimo anno, da parentopoli in poi, ha accentuato le sue criticità – ha tuonato – manca una vera vita e un confronto politico nel partito. Nel Pdl c'è un malcontento crescente che deve preoccupare chi guida questa maggioranza". Dopo il sindaco, De Luca si scaglia anche sul bilancio a seguito degli oltre 4000 emendamenti da lui presentati. "Non ho voluto partecipare al mercato delle vacche che c'è stato con il maxi emendamento – ha detto – ma neanche mi sono sentito di votare contro l'assestamento, visto che sono stato eletto col Pdl e il mio problema con la maggioranza non è personale ma politico".
Nel dettaglio, con l'assestamento di bilancio, il Campidoglio rimodula 121,3 milioni di euro complessivamente. A fronte di minori entrate (28,8 milioni), maggiori spese (66,1 milioni), maggiori spese finanziate con avanzo di amministrazione (21,1 milioni) e oneri straordinari finanziati con avanzo di amministrazione (5,2 milioni), vengono reperite maggiori entrate (38,6 milioni), maggiori entrate da contravvenzioni (14 milioni), utilizzo di avanzo di amministrazione (26 milioni circa) e minori spese (42,2 milioni). Nello specifico, inoltre, le minori entrate sono derivate, ad esempio, da un minor gettito del contributo di soggiorno (-18,8 milioni), del contributo straordinario di urbanizzazione (-10 milioni) e del condono edilizio (-16,2 milioni). Mentre, le maggiori entrate sono ricavabili dalle contravvenzioni (14 milioni circa), dai maggiori proventi della lotta all'evasione (28,6 milioni) dall'avanzo di amministrazione e dai tagli alle spese.
Nella notte, è stato raggiunto un accordo con l'opposizione che ha previsto, tramite un maxi emendamento, di accogliere alcune richieste del Pd: oltre un milione di euro in più, complessivamente, per i municipi, e quasi 2 milioni per le case famiglia. Il giudizio dell’opposizione, però, rimane negativo. "L'approvazione arrivata oltre i termini previsti per legge – scrive in una nota Umberto Marroni, capogruppo del Pd in consiglio comunale – una maggioranza che perde nel corso della discussione l'ennesimo consigliere, una manovra finanziaria che blocca ulteriormente Roma: è questo il risultato del terzo assestamento targato giunta Alemanno".