Carlo Tosti, ad di Atac, è tornato a proporre l’aumento del biglietto, provvedimento sul quale aveva strappato un’apertura dal sindaco Alemanno e dal presidente della Regione Polverini, dopo l’annuncio shock dell’uscita di Atac dal consorzio Metrebus. Secondo Tosti, il biglietto da giugno prossimo potrebbe passare da 1 euro a 1,50 euro, con una durata che passerebbe da 60 a 100 minuti. Secondo l’ad, il provvedimento porterebbe nelle casse di Atac 35 milioni di euro l’anno. Contraria al provvedimento l’Adoc, che ha definito quella annunciata da Tosti «una decisione gravissima, che danneggia profondamente i cittadini romani». Contro l’aumento del biglietto anche Idv con il senatore Stefano Pedica che chiede che «non solo vengano lasciate invariate le tariffe, ma che venga potenziato il servizio, ad oggi carente».
Reazioni negative anche da Sinistra e Libertà, con il capogruppo alla Pisana Lugi Nieri che si appella «alla presidente della Regione Lazio Renata Polverini affinché non dia seguito, con delibera regionale, all'aumento delle tariffe del trasporto pubblico romano, come previsto dal Piano Industriale dell'Atac» e con il consigliere provinciale Simone Peciola che invita «i cittadini romani alla disobbedienza di fronte a questi provvedimenti e a forme di protesta pacifiche». Sulla decisione finale peseranno non poco i tagli annunciati dal governo al Tpl. Secondo Tosti, a via Prenestina «c'è forte preoccupazione per i tagli dei fondi per il trasporto pubblico locale previsti dall'ultima manovra del Governo», con il rischio che «se i tagli verranno confermati il nostro attuale piano industriale sarà messo in discussione in tutte le sue voci». In poche parole, senza l’aumento del biglietto gli sforzi fatti dal nuovo management di Atac, che hanno portato una riduzione dei costi pari a 52 milioni di euro (con una previsione di un’ulteriore abbattimento nel 2012 pari a 30 milioni) e che secondo l’ad di Atac dovrebbero portare l’azienda ad avere per la prima volta un conto economico di segno positivo, potrebbero rivelarsi inutili.
V.F.