Il segretario della Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino, è deciso a dar battaglia riguardo l'ordinanza del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che limita al sabato i cortei nel centro storico della capitale. Il tribunale amministrativo del Lazio ha infatti fissato all'11 gennaio la discussione sul ricorso presentato dalla Cgil e tale decisione ha fatto gridare vittoria al primo cittadino: “È molto importante che il Tar del Lazio, rigettando la richiesta di sospensiva sulla nostra ordinanza per le manifestazioni di piazza, abbia di fatto confermato la validità di questo nostro provvedimento fino a fine anno. Questo dimostra che la regolamentazione dei cortei non solo è fortemente richiesta dalla stragrande maggioranza dei cittadini romani, ma non è priva di fondamento giuridico perché finalizzata a trovare il giusto equilibrio tra il diritto a manifestare e quello alla mobilità”.
Ma Di Berardino non ci sta: "Se fossi nel sindaco Alemanno aspetterei a cantare vittoria perché a leggere con attenzione l'ordinanza pronunciata dal Tar sul ricorso presentato dalla Cgil risulta che esso è 'assistito da adeguato fumus boni iuris' e che le ordinanze del sindaco di fatto violano la Costituzione”.
“In particolare, – prosegue il segretario della Cgil Roma e Lazio – violano l'art 17, co.3 della Carta Costituzionale che tutela la libertà di riunione e che recita espressamente: 'delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica', dove per autorità si intende la questura, non il sindaco. Il Tar aggiunge inoltre che le esigenze di traffico e viabilità non possono essere messe sullo stesso piano delle libertà costituzionalmente garantite. Alla luce di queste riflessioni, invitiamo il sindaco Alemanno a impiegare al meglio il periodo di tempo che va da oggi all'11 gennaio, quando la controversia verrà discussa nel merito, per trovare una soluzione al problema nel pieno rispetto delle regole e del corretto equilibrio tra la libertà di manifestare, la vita e la mobilità cittadine così come previsto dal protocollo sui cortei firmato nel 2009".