Ma di che vanno parlando Laura Rossi e il sindaco Gianni Alemanno? La prima, già nota alle cronache per il fiasco dei cubi fotografici all’Esedra sulla vita di papa Woytila, costati 120.000 euro, ed altri eventi di incerto successo organizzati dal Campidoglio, giovedì in una intervista al Messaggero ha fatto capire chela gara per “accendere Roma” non era necessaria perché i soldi li avevano cacciati tutti i privati. Eccetto che per quei 200.000 euro di spiccioli generosamente messi a disposizione dalle casse comunali. Il secondo, il sindaco, sempre giovedì, non solo ribadiva la tesi della Rossi ma esultava dicendo che le luminarie natalizie del centro dedicate ai 150 anni d’Italia, cono luminoso compreso, erano la migliore risposta alla Lega, alleato nel segno della pajata sino a poco tempo fa. Il senso del ridicolo non ha proprio limite. Ma vediamolo nel dettaglio questo “progetto approvato da Zetema e finanziato in larga parte da fondi privati”, fondi che la povera Laura Rossi è andata raccogliendo bussando umilmente a tutte le porte. Fra i generosi privati spicca quel colosso dei pareggi in bilancio che è Atac rigorosamente tutta di proprietà pubblica. Poi Acea che è solo al 51% del Comune di Roma. Per non parlare di Eur spa addirittura al 90% del ministero del Tesoro e al10% del Campidoglio e con la quale la povera Laura avrà dovuto sudare le sette camicie per schiodare all’AD Mancini qualche euro nonostante sia culo e camicia con Alemanno da una vita, dai periodi diciamo “neri”. Un altro gigante delle privatizzazioni è Grandi Stazioni tutta pubblica, delle ferrovie, mentre l’influenza del pubblico su Aeroporti di Roma è del tutto irrilevante (si fa per dire). Lo stesso vale per tutte le sigle citate sponsor della manifestazione: Camera di Commercio, Zètema Progetto Cultura, Fondazione Roma. Certo Laura Rossi è brava e, siccome non ha bisogno di Gianni per raccattare gli sponsor, al prossimo evento di successo promette diportare quali sponsor Benetton, le Banche Americane, i giganti della Chimica Tedesca e probabilmente le società di rating. Ma suvvia, non nascondiamoci dietro un dito, sappiamo come va il mondo. Alemanno voleva l’evento, la Laura Rossi International, alla quale il sindaco si affida di solito, realizza il progetto raccogliendo i soldi laddove l’influenza del Campidoglio e del suo Sindaco sfondano le porte chiuse a chiunque altro con questi chiari di luna. Senza gara ovvia-mente. Quanto basta per accendere le perplessità del presidente della commissione trasparenza del Consiglio comunale Massimiliano Valeriani che a Cinque Giorni spiega: «Anche in questo caso l'amministrazione capitolina scivola sul terreno della legalità e sulla trasparenza degli atti».
Giuliano Longo
(continua)