“Punti Verde Qualità”: i debiti li paga il Comune

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Poche settimane sono trascorse dalla segnalazione del X dipartimento di Roma Capitale sulle anomalie riscontrate nella realizzazione del Punto Verde Qualità di via Feronia, delle quali Cinque Giorni ha scritto per primo. Ricapitoliamone brevemente la storia. Parco Feronia è uno dei PVQ gestito dalla "Luoghi del tempo srl" che vede come socia di maggioranza Lucia Mokbel, sorella di quel Gennaro accusato di riciclaggio nello scandalo Telekom-Sparkle. Ebbene in questo caso il sospetto è che siano stati fatturati lavori per due milioni di euro, mai realizzati, mentre il cantiere è fermo da mesi. Ma è tutta la vicenda dei PVQ a suscitare perplessità. L'affare era ed è sicuramente ghiotto tanto che molte società sono state  costituite ad hoc per ottenere le concessioni, che in  molti casi sono passate di mano in mano, di società in società come un qualsiasi bene disponibile. Sedici le strutture realizzate e funzionanti (si spera), nove quelle in fase di realizzazione e addirittura venti quelle in fase di progettazione. Insomma un affare di milioni di euro.

Ma se la delibera che istituiva i PVQ risale addirittura al 1999 con la giunta Rutelli, solo oggi cominciano ad emergere le magagne. Fra le più recenti vi è anche la vicenda della Polisportiva Vigor Perconti che ha ottenuto la disponibilità dell'area tra Colli Aniene, via Igino Giordani e via Grotta di Gregna, alla quale il 24 novembre scorso il Comune ha ritirato la concessione per un ettaro di campi da calcio e calcetto. La Perconti non paga più le rate del mutuo ottenuto e garantito dalla fideiussione sottoscritta dal Comune. A lavori ultimati  la polisportiva registra un buco di oltre quattro milioni di euro. Ma le sofferenze dei PVQ potrebbero allargarsi a macchia d'olio perché a suo tempo il Comune deliberò di rilasciare garanzia fidejussoria per favorire l’accesso al credito agevolato a tutti i concessionari dei Punti Verdi. Parliamo delle delibere consiliari n. 148 e 149 del 14 settembre 2006, che autorizzavano la convenzione con l’Istituto di Credito Sportivo e la Banca di Credito cooperativo, per l’erogazione complessiva di 90 milioni di euro a condizioni agevolate. Ma questa è solo la punta emergente dell'iceberg, visto che queste sono solo le ultime di una serie di delibere che progressivamente hanno portato le erogazioni dei due istituti di credito a 400 milioni di euro (circa ottocento miliardi di vecchie lire), sempre  garantiti dal Campidoglio. In soldoni, se i gestori/concessionari non pagano le rate del mutuo a pagare ci pensa Pantalone.

Tanto è vero questo assunto che nel caso specifico del PVQ Perconti, il Credito Sportivo a seguito dei "mancati pagamenti delle rate di ammortamento da parte del concessionario", ha provveduto ad escutere la garanzia a suo tempo rilasciata dal Campidoglio alla BCC per 2,5 milioni di euro, facendo sborsare  all'Amministrazione già 800mila circa sull'unghia. Non solo, ma il Comune ha dovuto scucire, a causa del PVQ di quella Polisportiva, un altro milione e centomila euro  per il debito del concessionario nei confronti della stessa BCC. Si noti bene che per coprire il buco i due istituti di credito si rivarranno anche su altri 3 milioni di euro tratti dal fondo di solidarietà costituito per il 5% dai concessionari, compresi quelli che rigano dritto. La situazione comincia davvero a farsi pesante perché ove si moltiplicassero i casi tipo Parco Feronia o  Polisportiva, il Comune rischia di dover rimborsare decine di milioni di euro per pagare i debiti di altri. Come è possibile che ciò avvenga quando il Campidoglio  si avvale di uffici e  dirigenti pagati per controllare l'avanzamento lavori prima e il piano economico dei vari concessionari?

E' pur vero che al X dipartimento qualche testa è già saltata. Davvero poco di fronte ai casi che stanno emergendo dalle cronache dei giornali e con il loro moltiplicarsi in un immediato futuro. Tanto che l'Amministrazione potrebbe trovarsi di fronte a una serie di bancarotte che, per quanto fraudolente e punite, potrebbero  costare al Campidoglio garante fior di milioni. In cambio opere realizzate dal conto economico disastroso o addirittura ruderi con i lavori  incompiuti. Chi ci ha guadagnato nel frattempo? Dove sono finiti i soldi prestati? Corrispondono davvero ai lavori eseguiti? Spetterà  ai curatori fallimentari  stabilirlo, quando al fallimento si pervenga. Ma senza attendere le poche o tante procedure concursuali,  dove la trasparenza amministrativa è la regola, il rischio di un  botto di questo genere comporterebbe l'immediata costituzione di una commissione di indagine o l'intervento delle commissioni comunali, trasparenza e bilancio, già esistenti. Almeno per fare il punto della situazione. Intanto a Roma la saga dei PVQ continua magari con gli stessi nomi e le stesse famiglie, più o meno intrecciati, ma la burrasca potrebbe avvicinarsi, mentre sui ponti si brinda e si sciala danaro pubblico.   

Giuliano Longo

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