Mentre alla Pisana si procede all’illustrazione di oltre mille pagine che compongono il Piano rifiuti regionale e i partiti presentano circa duecento tra emendamenti e sub emendamenti, continuano le proteste di comitati e cittadini di Roma e provincia. Ieri un manifestante di Pizzo del Prete, sito indicato come possibile definitivo per la discarica in cui conferiranno i rifiuti della Capitale, si è simbolicamente crocifisso davanti all’ingresso del Consiglio Regionale per contestare la mancata discussione della proposta di legge popolare sui rifiuti.
Intanto, mentre ferve il dibattito politico, Malagrotta non solo non chiuderà entro l’anno, ma probabilmente avrà bisogno diun’ulteriore proroga di più di sei mesi. Solo Roma produce ogni giorno5 mila tonnellate di rifiuti e può contare su un misero 18 per centodi differenziata. Mettere i sigilli alla discarica entro dicembresignificherebbe far piombare l’intera regione in emergenza. Non sicomprende quindi come si possa uscire dalla necessità di tenere aperto il sito nella Valle Galeria senza un’alternativa valida che, secondo Daniela Valentini, consigliera del Pd in Commissione ambiente, deve uscire dalla logica della mega discarica. «Se gli impianti già esistenti lavorassero a pieno regime e la percentuale di differenziata fosse almeno al 40% – sottolinea la consigliera del Pd – Roma sarebbeautosufficiente, così una discarica piccola e di servizio basterebbe a smaltire i rifiuti della città. Senza bisogno di commissariamento esenza scaricare sulla provincia gli errori di una pessima gestione».
Vero è che il Piano Rifiuti in discussione rischia davvero di essere un libro dei sogni. Manca di una previsione sugli investimenti dasostenere, l’indicazione chiara di dove verranno conferiti i rifiuti e non viene nemmeno spiegato con quali risorse verrà posto in essere tutto il processo di smaltimento. «Si è arrivati a questo – conclude la Valentini – perché il sindaco Alemanno non è stato in grado di farfunzionare le risorse che già aveva in mano, ereditate dalcentrosinistra, e la presidente Polverini non ha fornito gli strumentifinanziari necessari perché questo accadesse”. I consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo della Lista Bonino Pannella sostengono che «il Piano non è in grado di rispettare le leggi nazionali e, tantomeno, ottemperare alle direttive europee. Dichiarare di voler raggiungere il 65% di raccolta differenziata –dicono i dueconsiglieri – non è né una speranza né un'illusione: è semplicemente una falsità stante il mancato investimento da parte della giunta su un'impiantistica adeguata e una politica che imponga il porta a porta, ovunque».
Alessandra Mancini