Il ''movente autentico, ancorche' dissimulato'' dietro lo ''sdegno'' per l'esenzione degli edifici della Chiesa dal pagamento dell'Ici, bollata come un ''intollerabile privilegio'', sta nella ''ferma volonta' di colpire l'impegno caritativo della Chiesa''. Lo scrive Avvenire, il giornale della Cei, in un editoriale di Giuseppe Dalla Torre intitolato ''C'e' del vecchio nelle falsita' dell'Ici''. Per il quotidiano, si tratta di una ''tornante tentazione di casa laicista'', che parte dalla legge Crispi del 1890 sulle Opere pie. Secondo Avvenire, l'obiettivo della campagna e' quello di ''scalzare la Chiesa dai profondi radicamenti che ha nella societa' attraverso scuole, oratori, istituzioni di assistenza, strutture sanitarie e quant'altro, per ricondurre finalmente i credenti nel privato delle sacrestie, cioe' la' dove non danno fastidio a nessuno''. ''Insomma – prosegue Dalla Torre -, siamo dinanzi a un aspetto della complessa questione se la religione debba avere o no un rilievo anche pubblico, se la liberta' religiosa sia solo la liberta' di culto o non anche la liberta' di pubblica testimonianza del valore di quanto professato, se la laicita' dello Stato comporti l'astensione delle istituzioni pubbliche ovvero, tutto al contrario, un loro impegno per rimuovere gli ostacoli che impediscono alla societa' civile, e quindi alle comunita' religiose che in essa vivono, di esprimersi''. Per Avvenire, ''la questione non tocca solo i cittadini credenti, ma tutti gli italiani, giacche' pone in discussione le basi stesse della casa comune, i valori sui quali abbiamo convenuto di fondare la pacifica coesistenza nel rispetto delle diversita'''.