Caro sindaco, così non va

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Caro Gianni, 
    scusa l’ardire di tanta confidenza, ma siamo certi che ci perdonerai. Vedi, è come se questo nostro giornaletto che i tuoi fedelissimi scrutano ogni mattina per vedere da dove viene la botta, è come se Cinque Giorni fosse entrato in sintonia, in profonda empatia con te e coni tuoi fedelissimi consapevoli, perché lo vivono sulla loro pelle, di quanto ti inquieti, anzi diventi furibondo, per le verità che noi scriviamo.

Sì, perché nella nostra innata immodestia siamo convinti che questo giornaletto ti abbia dato, ti dia e ti darà in qualche modo fastidio, come pidocchi nella criniera di un cavallo di razza, come ebbe a dire un vecchio comunista riferendosi ai dissidenti di altri tempi. Così, nonostante tu ci guardi con raro e sufficiente disprezzo dall’alto della torre capitolina, ti auguriamo, sia pure angosciati per il futuro, un felice anno nuovo. Felice anno nuovo al nostro sindaco soffuso come i santi dalle costosissime luminarie natalizie che hai pagato e fatto pagare alle società capitoline.

Eppure il 2012, che ti auguriamo colmo di ogni bene e di affetti, sarà duro anche per te che sei già in campagna elettorale da oltre un anno, mentre i tuoi oppositori se la prendono comoda credendo di avere la vittoria già in tasca per il 2013. Eh sì caro Gianni, perché una vera e propria opposizione, quella che si fa sui territori e mobilitando la gente sulle cose e non con i comunicati o con scalcagnati manifesti affissi abusivamente, tu non ce l’hai. Tu invece sei il mago delle campagne elettorali e delle promesse rimangiate, anzi ci dicono che da tempo vai promettendo tutto a tutti così come sei solito fare, salvo poi lasciare qualche vecchio camerata che ti ha creduto per strada. Avevi promesso ordine e legge credendo bastasse inventare qualche ‘patto’ per Roma Sicura, armare qualche pacioso vigile urbano, convocare continuamente a muso duro prefetti e questori,  cacciare un po’ di zingari con il solito codazzo di telecamere e girare in motorino per scrutare i movimenti delle mignotte, per risolvere il problema sicurezza. E invece ti ritrovi una città che pare tornata ai tempi della banda della Magliana, che pure qualche tuo antico camerata frequentò, con un morto ammazzato al giorno, mentre si continua allegramente a sparare sotto gli occhi delle inesistenti telecamere che avevi promesso nei punti più pericolosi della metropoli. 

Ci avevi garantito una città pulita e stiamo peggio di prima con le periferie invase dalle immondizie e dalle discariche abusive. Mentre aumentano la Tarsu e le assunzioni in AMA, la differenziata stenta a crescere e si perpetua Malagrotta. Stendiamo un pietoso velo sui cartelloni e le affissioni abusive, il vandalismo più o meno futurista sui monumenti storici, il tavolino selvaggio, l’abusivismo da marciapiede dilagante, le buche assassine, i marciapiedi dissestati, le voragini improvvise ed i cantieri dai lavori eterni aperti e riaperti spesso nello stesso posto,la segnaletica fantasma, il traffico inquinante, il parcheggio impossibile. Insomma tutto quanto viviamo giorno per giorno contrassegnata disperazione. L’housing sociale che avevi promesso si è ridotto a qualche decina di appartamenti, mentre i tuoi si sono dati molto da fare per i residence dei disperati che fanno ricchi tanti altri. La città affoga e sprofonda al primo nubifragio di stagione, la metropolitana si allaga e tu vai in giro a farti fotografare nei cantieri con elmetto di sicurezza giallo, inaugurando opere che Veltroni aveva progettato e avviato. Eppure il trasporto pubblico è quello che è, anche se con parentopoli di gente all’Atac e altrove ne hai fatta assumere tanta, con il bel risultato che Atac è sull’orlo del fallimento e, con i tagli del Governo, alla canna del gas. 

Mentre la disoccupazione e la cassa integrazione aumentano tu promettevi in 5 anni 500.000 posti di lavoro, un anno è già passato dai tuoi sfarzosi Stati Generali e gli unici assunti sono i fortunati delle varie parentopoli. Dove invece hai capito che c’è la ciccia è proprio sull’urbanistica, perché, come anche i tuoi predecessori, hai ben compreso che rosicchiando e consumando il territorio c’è sempre da guadagnare e far guadagnare, anche solo consenso. Magari costruendo inutili e costosi parcheggi sotterranei mentre fai buttare giù antichi mercati o stravolgi l’assetto urbanistico dell’Eur con nuove imponenti costruzioni. Insomma, fai costruire in zone pregiate e prometti sogni alle periferie sempre più degradate, salvo regalare loro qualche bel Punto Verde Qualità che non servirà ad un bel niente se non ad ingrassare concessionari sull’orlo della bancarotta e costruttori foraggiati con prestiti date, anzi da noi, garantiti al 95%. Quando poi in Consiglio si decide sull’urbanistica il giochino è sempre lo stesso. Il fatidico rinvio in seconda convocazione dove sono sufficienti 21 peones della tua maggioranza per far passare la delibera. Gli altri14 se ne stanno a casa forse per non esporsi e i 25 della minoranza non sono mai tutti presenti, quando qualcuno di loro non vota addirittura con i tuoi.

E poi, caro Gianni, telo dobbiamo proprio dire, se la tua maggioranza scricchiola è anche perché hai concesso troppo, sei stato troppo generoso con i tuoi ex camerati che appena usciti dalle palestre di arti marziali o dagli scontri fisici con le zecche, si sono trovati fra le mani l’oro di Roma e hanno cominciato ad arraffare, assumere, favorire ad un ritmo insaziabile, inusitato anche alle precedenti amministrazioni che non erano certo immuni dal peccato. Insomma non hai istruito e formato una classe dirigente degna di questa città. Ti sei affannato fra un rimpasto e l’altro solo per saziare gli appetiti delle varie destre romane. Come Caligola hai fatto senatori molti cavalli chiudendo, nel tuo cerchio magico di spin doctor, comunicatori, nani e ballerine che magari ti faranno condurre una vittoriosa campagna elettorale, ma  oggi ti isolano dai bisogni, dalle aspirazioni, dalle sofferenze vere dei romani delusi dalla politica e dalle promesse tue e dei tuoi uomini. Anche perché la tiritera sulle colpe di ‘quelli di prima’ e della sinistra, dopo quasi quattro anni non funziona più. Si è vero, potresti vincere ancora per la stanchezza del popolo, e grazie ad una opposizione altrettanto lontana da quel sentire comune e dai linguaggi del quotidiano.

Se un affettuoso suggerimento possiamo darti è quello di piantarla lì con gli Stati Generali di tutti i tipi, con le convention delle archistar, con i patti di qualsiasi tipo, con la propaganda e le sceneggiate che al popolo costano. Sii sobrio, mettiti il loden che va di moda, ripulisci gli angolini dei tuoi assessorati e delle società capitoline, purificati, mondati dai cortigiani e dalle cortigiane, e non essere troppo ambizioso, tanto al governo ci sei già stato e con questo Pdl non ci torni più. Se poi l’opposizione dovesse battere un colpo, sei suoi gruppi consiliari dovessero metterti in seria difficoltà, come non è mai accaduto in questi anni nonostante le risse interne alla tua maggioranza, se la casta della sinistra ricominciasse a bazzicare i territori anziché oscillare fra l’insipida propaganda e il succulento compromesso, allora sì, dovresti cominciare a temere. Sarebbe come una sorta di colpo d’ala, di risveglio, di palingenesi morale, intellettuale e progettuale. Un moto di solidarietà, un bisogno finalmente espresso di giustizia, una rivoluzione etica per questa grande città che tu stai governano con quotidiana opacità. Buon anno Gianni, anzi buona campagna elettorale, che sai fare bene. A governare c’è sempre tempo.

Giuliano Longo

 

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