Nonostante l'indennità mensile lorda dei parlamentari italiani sia la più alta in Europa, i deputati e i senatori nostrani costerebbero individualmente meno dei loro colleghi europei. Secondo un report della Camera, che risale a luglio scorso, il costo di un deputato italiano ammonterebbe infatti a 20.486 euro al mese mentre quello dei colleghi francesi supererebbe i 23mila euro, quello dei tedeschi sarebbe pari a 27.364 euro e quello degli inglesi, a 21.089 euro.
Se da un lato i deputati italiani ricevono mensilmente un'indennità superiore rispetto ai colleghi europei, 11.283 euro, contro i 7.100 euro della Francia, i 7.668 della Germania, i 2.813 della Spagna, gli 8.500 dei Paesi Bassi, i 7.374 del Belgio e gli 8.160 dell'Austria, dall'altro sembra costino meno in termini di servizi (uffici, segretari e cosiddetti portaborse) e altre spese aggiuntive (per esempio, in Germania i parlamentari hanno diritto a piccoli appartamenti). Le spese di segreteria e rappresentanza rientrerebbero per i deputati nostrani nei 3.690 euro al mese, mentre in Francia un deputato può spendere fino a 9.100 euro al mese per i collaboratori e in Germania sono pagati dal Parlamento per un totale di 14.700 euro.
Per queste ragioni la commissione sul livellamento retributivo Italia-Europa, guidata dal presidente dell'Istat Enrico Giovannini, che ha pubblicato oggi sul sito della Funzione pubblica una relazione di 36 pagine, spiega che “l'eterogeneità delle situazioni riscontrate nei singoli paesi in termini di assetti istituzionali e organizzativi e di trattamento dei contributi sociali rende i dati non facilmente confrotabili”. Nelle conclusioni la commissione precisa inoltre che i dati raccolti sono “del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una utilizzazione ai fini indicati dalla legge”. Tant’è vero che molti dati relativi ai Paesi stranieri non vengono citati perché non disponibili. Dunque “nonostante l'impegno profuso e tenendo conto dell'estrema delicatezza del compito ad essa affidato – si legge nella relazione – nonché delle attese dell'opinione pubblica sui suoi risultati, la Commissione non è in condizione di effettuare il calcolo di nessuna delle medie di riferimento con l'accuratezza richiesta dalla normativa”.