Seduta da incubo a Piazza Affari, ancora una volta maglia nera in Europa. Profondo rosso per il mercato azionario milanese a causa del tracollo del comparto dei bancari guidato da Unicredit che archivia le contrattazioni con un tonfo del 17%. Gli investitori manifestano tutta la contrarietà per l'aumento di capitale a forte sconto dell'istituto di Piazza Cordusio e in appena due sedute Unicredit manda in fumo circa un quarto della capitalizzazione di borsa.
Ma anche gli altri titoli bancari hanno vissuto una giornata shock. Banco Popolare e Bpm terminano gli scambi con una perdita a due cifre e scivoloni appena sotto il 10% per Mps, Ubi Banca e Intesa Sanpaolo. Su quest'ultima pesa l'esposizione in Ungheria con il governo di Budapest che ha chiesto l'intervento di aiuto a Fmi e Unione Europea. Il settore bancario è stato bersagliato dalle vendite anche nel resto del Vecchio Continente. La caduta di Milano si spiega con il notevole peso delle banche sugli indici. Francoforte ad esempio ha chiuso in lieve calo ma seduta molto negativa per i bancari. Deutsche Bank lascia sul terreno oltre il 5% sulle voci circa la necessità di un prossimo aumento di capitale. Performance analoga per Commerzbank. A Parigi il titolo Natixis maglia nera del listino con un tonfo del 7% e ribassi superiori al 5% per Bnp Paribas e Societe Generale. Più resistenti le banche britanniche che limitano i ribassi intorno al 2%. Seduta da dimenticare anche a Madrid dove i principali titoli bancari, come Santander e Bbva perdono intorno al 5%.
La partenza positiva di inizio anno sembra dunque un lontano ricordo. Sui mercati si riaffaccia il timore sulle sorti dell'area euro e il principale bersaglio delle vendite sui mercati azionari sono i titoli bancari. Ad alimentare il clima negativo le parole del nuovo ministro delle finanze del governo di Madrid che in una intervista al Financial Times ha paventato un fabbisogno di capitale per le banche spagnole di 50 miliardi di euro. Se Unicredit e il resto del panorama del credito hanno fatto sprofondare il listino, la pressione delle vendite non ha risparmiato quasi nessuno. Finmeccanica e A2A hanno lasciato sul terreno oltre il 4%, Mediaset ha accusato un tonfo del 5% e Mediolanum ha perso quasi il 6%. Limitano i danni i petroliferi grazie al rally del prezzo del petrolio.
In decisa controtendenza invece la Fiat. Il titolo del Lingotto mette a segno un balzo di oltre il 4% dopo l'annuncio di aver aumentato la partecipazione in Chrysler al 58,5% grazie al terzo performance event con l'auto ecologica prodotta dalla casa americana. “L'acquisizione di un ulteriore 5% di Chrysler – ha commentato l'a.d. Sergio Marchionne – rappresenta un passo fondamentale verso il completamento dell'integrazione tra i nostri due gruppi”. “Siamo un costruttore di auto forte e competitivo – ha aggiunto Marchionne – con un livello di tecnologia tra le più innovative e avanzate al mondo”.