È il Lazio una delle regioni più colpite dal fenomeno usura. Sono circa 28mila, il 32% del totale nazionale, i commercianti del Lazio coinvolti in patti usurai. Dati allarmanti, presentati oggi al XIII Rapporto sulla Criminalità di Sos Impresa-Confesercenti, presso l'Auditorium Antonio Nori di via Nazionale, alla presenza del presidente Sos Impresa, Lino Busà, del presidente Confesercenti, Marco Venturi, e del commissario Antiracket e Antiusura, Giancarlo Trevisone.
Secondo il Rapporto, oltre al territorio cittadino, una delle zone maggiormente colpite dall'usura è l'area dei Castelli romani e del litorale, in cui la famiglia nomade dei Casamonica resta l'organizzazione egemone, estendendo la loro operaività in tutta la regione. Altro fronte caldo è quello, del riciclaggio di denaro sporco che, nella Capitale, è uno – secondo il Rapporto – di quei segmenti delittuosi dove, spesso, si incrociano gli interessi di professionisti e imprenditori che tentano di occultare i propri beni al fisco, ricchi clan criminali e sprovveduti. Dal Rapporto è emerso anche il pizzo che a Roma prende il nome di “vigilanza privata” e viene vissuto dai commercianti come una “tassa sulla sicurezza”. Si tratta di esercizi commerciali che, non potendo o non volendo pagare un sistema sicuritario legale, accettano lo stesso servizio garantito però da clan malavitosi romani. Gli stessi che controllano il mercato dello spaccio e del gioco d'azzardo. Secondo i dati di Sos Impresa pagano il pizzo il 10 per cento dei commercianti del Lazio, pari a circa seimila commercianti e le zone più colpite sono il litorale sud romano, l'agro-pontino e la zona di Cassino.
Secondo il presidente Sos Impresa, nel Lazio ci sono due problemi: «una penetrazione delle organizzazioni criminali che viene fatta a “bassa esposizione”, in silenzio, e poi abbiamo, probabilmente, una guerra di bande sul modello dello spaccio della droga che si è determinato, ad esempio, a Napoli. C'è probabilmente una lotta tra vecchia guardia e giovani che vogliono entrare in questo meccanismo di questo mercato che, diciamo, produce grandi ricchezze». Sulla situazione di Roma e Lazio, secondo il presidente Confesercenti «c'è una situazione di infiltrazione criminale che sappiamo, soprattutto nel sud della regione. Il fenomeno dell'usura è storico, soprattutto romano, ed è un elemento su cui bisogna prestare grande attenzione. Gli imprenditori devono evitare di mettersi nelle mani degli usurai». Il commissario anti racket ha, infine, sottolineato il lavoro «per restituire ai commercianti e agli imprenditori, vittime degli usurai, la possibilità di entrare immediatamente nel circuito virtuoso. Il mio impegno è quello di arrivare a dare una risposta, come già fatto in alcuni casi, accelerando al massimo le forme di intervento per dire che lo Stato c'è ed è vicino a queste persone, poi il contrasto sul territorio spetta alle forze di polizia».