Mettere mano alla legge sulla cittadinanza per gli immigrati residenti nel nostro Paese, partendo da quella per i minori nati in Italia. A chiederlo è il ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi nel corso della sua audizione alla Commissione Affari costituzionale della Camera.
Riccardi ha detto di ritenere “molto opportuna la ripresa dei lavori in materia di cittadinanza, almeno per affrontare quest'ultimo aspetto”. “Il Governo – ha quindi aggiunto – non può che appoggiare ciò che maturerà in ambito parlamentare”, annunciando, in questo senso, l'istituzione nell'ambito del suo dicastero di una Commissione che studi “i numerosi e interessanti” disegni di legge presentati in ambito parlamentare dai diversi gruppi politici. Sempre in ambito di cittadinanza il ministro Riccardi ha fatto presente “che dall'Unione europea pervengono richieste di ulteriori implementazioni delle azioni dei governi nazionali” e che il 2013 sarà “l'anno europeo della cittadinanza”.
Il tema della cittadinanza dei minorenni, figli di cittadini stranieri, è stata, quindi, definita da Riccardi “una questione di fondamentale importanza” per il nostro paese. “In base ai dati, che dovranno trovare conferma nell'ultimo censimento Istat, – ha infatti ricordato – essi costituiscono il 7,5% della popolazione scolastica e complessivamente gli stranieri oscillano tra il 7,2% e l'8% della popolazione nazionale. È necessaria un'azione decisa per valorizzare il percorso d'integrazione svolto finora dai cittadini stranieri nel nostro Paese da tanti anni che possono ormai definirsi migranti di seconda generazione. Deve prevalere una sorte di 'ius culturae’ – ha aggiunto Riccardi – perché questi giovani sono cresciuti immersi nella cultura italiana; nelle aule scolastiche vi sono numerosi bambini stranieri che effettivamente non solo parlano l'italiano, ma anche il dialetto”.