Il presidente del consiglio vola a Berlino per incontrare il cancelliere Angela Merkel e dalle pagine del quotidiano Die Welt lancia un chiaro messaggio alla Germania. Gli italiani stanno facendo pesanti sacrifici e adesso è il momento che la Germania e l'Europa diano segnali concreti sui temi della crescita altrimenti “temo proteste anti-europee e anti tedesche nel mio paese. Proteste contro la Germania, vista come leader dell'intolleranza targata Ue, e contro la Bce. Io chiedo pesanti sacrifici agli italiani, posso esigerli solo in cambio di vantaggi concreti. Noi siamo un paese forte e un'economia che sa essere efficiente, ammiriamo il modello tedesco di economia sociale di mercato, ma al momento il maggiore pericolo per me viene non dalla politica interna bensì dal resto dell'Europa, se non ci capirà”.
Mario Monti si presenta nella capitale tedesca con il dossier dei compiti fatti. Due mesi fa a Strasburgo con la Merkel e Sarkozy il premier aveva annunciato che l'uscita dalla crisi passa anzitutto dal fare i compiti a casa. La manovra di correzione è stata fatta e il governo sta spingendo su liberalizzazioni en riforme per favorire la crescita. Adesso però è necessario che anche la Germania e l'Europa facciano la loro parte. “Con la mia politica non posso avere successo, se l'Unione europea non cambia, e se ciò non si verifica il mio Paese, che è stato sempre un paese molto favorevole all'Europa, potrebbe gettarsi nelle braccia dei populisti”.
Monti sottolinea che “quello che chiediamo ed esigiamo dagli italiani sono grandi sacrifici, sono necessari, per realizzare le riforme, che porteranno a una nuova, più forte crescita. In questo senso per esempio sono necessarie liberalizzazioni del mercato del lavoro che chiederanno sacrifici a molti cittadini. Come ci dicono tutti i sondaggi, la maggioranza degli italiani lo ha accettato. Ma il problema è che in cambio di questi sacrifici noi non abbiamo una concessione dalla Ue, per esempio sotto forma di un calo dei tassi d'interesse. I sacrifici che gli italiani sopportano porteranno benefici tra tre o cinque anni, per i nostri figli. E purtroppo devo constatare che questa politica non riceve nella Ue l'apprezzamento e la valutazione che obiettivamente merita”.
Monti affronta anche il tema dell'asse franco tedesco e ripete quanto già espresso dopo l'incontro con Sarkozy la settimana scorsa. “La buona cooperazione del tandem franco-tedesco è una precondizione dello sviluppo dell'Europa. Ma non basta, meno che mai in un'Europa a 27 Paesi membri. Credo che ciò si sappia, anche a Berlino e a Parigi. Credo che l'Europa intera tragga vantaggi dall'armonia franco-tedesca”. “Se Germania e Francia assumono una funzione di motore, sarà bene, perchè l'intera Europa ne trarrà vantaggi. Ma allora entrambi i Paesi devono comportarsi in modo da coinvolgere gli altri Paesi, non da escluderli, e quest'ultimo pericolo è presente. I due paesi leader d'Europa non dovrebbero comportarsi con troppo senso d'autorità”.