Legge elettorale: oggi la decisione della Consulta sul referendum

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 E' attesa per oggi la decisione della Corte costituzionale sull'ammissibilita' del referendum sulla legge elettorale. I giudici costituzionali tornano a riunirsi alle 9,30 e il loro verdetto dovrebbe essere noto in tarda mattinata. I quesiti su cui esprimersi sono due. Il primo chiede l'abrogazione completa della legge del 2005 (il cosiddetto ''Porcellum'').

A parere dei promotori, una vittoria dei si' non creerebbe un vuoto legislativo ma farebbe tornare automaticamente in vigore la legge precedente, il cosiddetto ''Mattarellum'' che dal 1993 assegnava il 75% dei seggi col sistema uninominale maggioritario e il restante 25% col proporzionale. Il secondo quesito abroga solo alcune parti della stessa legge del 2005 ed e' quello su cui puntano i proponenti del referendum in caso di bocciatura del primo. La Consulta ha iniziato ieri a esaminare i quesiti su cui sono state raccolte 1 milione e 200 mila firme. Erano presenti i legali del Comitato referendario per i collegi uninominali (Federico Sorrentino, Nicolo' Lipari, Alessandro Pace, Vincenzo Palumbo) e dell'Associazione nazionale giuristi democratici. Giudice relatore per la Corte costituzionale e' stato Sabino Cassese.

La Consulta deve valutare in prima istanza se la richiesta referendaria e' ammissibile o meno. Poi deve verificare le condizioni di omogeneita' e non contraddittorieta' dei due quesiti.

I quindici giudici della Corte si devono infine confrontare sulla valutazione se l'eventuale abrogazione della legge elettorale vigente lasci o meno un vuoto legislativo impedendo cosi' nuove elezioni per il rinnovo del Parlamento. Quest'ultima considerazione e' ritenuta decisiva ai fini del giudizio finale sull'ammissibilita' dei referendum. Alcune indiscrezioni dei giorni scorsi facevano prevalere l'ipotesi di una bocciatura dei quesiti, seppure accompagnata da alcune indicazioni di metodo rivolte a Camera e Senato per una riforma dell'attuale legge elettorale. Una decisione di questo tipo era ritenuta plausibile per la tradizione dei pronunciamenti della Consulta contrari ad ammettere quesiti abrogativi di una legge elettorale.

La smentita di queste indiscrezioni ha pero' fatto crescere ieri l'ipotesi di un pronunciamento a favore dell'ammissibilita' di almeno uno dei due quesiti referendari. In entrambi i casi, la decisione potrebbe essere assunta a maggioranza. I referendum sono sostenuti da tutti i partiti di centrosinistra. Se la Consulta desse il via libera al referendum, gli elettori sarebbero chiamati, come prevede la Costituzione in questi casi, a votare tra il 15 aprile e il 15 giugno. Il Parlamento potrebbe tuttavia approvare nel frattempo una nuova legge che annullerebbe l'appuntamento del voto referendario. Ipotesi quest'ultima su cui stanno lavorando soprattutto Pd e Pdl che non vogliono rinunciare a un sistema elettorale che favorisce il bipolarismo e quindi la possibilita' di creare coalizioni intorno ai due maggiori partiti. Il Terzo polo e' invece favorevole a una legge il piu' possibile proporzionale.

La bocciatura dei quesiti referendari renderebbe meno impellente dare soluzione al problema della riforma della legge elettorale, pur ritenuto una priorita' da tutte le forze politiche. A beneficiare della cancellazione della scadenza elettorale referendaria sarebbe anche il governo presieduto da Mario Monti. Verrebbero infatti meno le tentazioni di favorire elezioni anticipate nella prossima primavera per evitare il referendum.

Tra le ipotesi in campo c'e' pure quella che la Consulta dichiari inammissibili entrambi i quesiti referendari ma nel dispositivo della sentenza sollevi la questione della incostituzionalita' della legge in vigore, soprattutto per quanto riguarda il premio di maggioranza. Questa soluzione sarebbe comunque un input rivolto al Parlamento affinche' approvi in tempi brevi nuove norme elettorali. Arturo Parisi, Pd, tra i piu' attivi sostenitori del Comitato promotore del referendum, si dice ''fiducioso'' sul verdetto della Consulta. ''Un accordo bipartisan sulla correzione del Porcellum si puo' trovare in un mese'', dichiara Ignazio La Russa, tra i coordinatori del Pdl, in una intervista al quotidiano ''Il secolo d'Italia''.

Aggiunge l'ex ministro della Difesa: ''Personalmente penso che la cosa piu' facile da fare sia quella di mantenere l'attuale legge elettorale, emendandola, dando la possibilita' ai cittadini di indicare almeno i due terzi dei candidati o almeno piu' della meta' dei parlamentari, nel segno di una uniformita' sistemica, visto che modelli simili sono quelli per il voto alle europee, alle comunali e alle regionali''.

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