Con una lettera inviata a Regione, prefetto e soprintendenza il ministero dei Beni Culturali boccia di fatto la scelta di Corcolle per la localizzazione di una nuova discarica dei rifiuti. «La zona – si legge nel documento – è situata ai limiti della buffer-zone a protezione del sito Unesco di Villa Adriana (…) e a ridosso di una necropoli medio repubblicana nel comune di Gallicano nel Lazio».
Ieri i Verdi in Regione hanno chiesto il ritiro del provvedimento. La battaglia approderà domani al Consiglio Superiore dei Beni Culturali, come annunciato dal presidente Andrea Carandini nel corso di un incontro promosso giovedì scorso dal Comitato Salviamo Villa Adriana. Incontro nel quale, oltre ad essere mostrati i geodi reperiti dal mineralologo Ezio Curti nella necropoli arcaica di Corcolle, il geologo Antonio Biondi ha mostratola pericolosità del trasferimento dei rifiuti in un sito la cui situazione idrogeologica e geologica risulta estremamente precaria.
E se da una parte aumentano le documentazioni e le iniziative dei contrari all’individuazione dell’area, dall’altra si alimentano i dubbi sui proprietari dei terreni individuati nel versante Prenestino della città. Perplessità sollevate da una video inchiesta del Corriere.it nella quale, dopo un’intervista al commissario straordinario Giuseppe Pecoraro, si evince che «il terreno di Corcolle è di proprietà di una società anonima svizzera» affittato all’Ecologia Corcolle srl ancora prima dell’annuncio di Pecoraro di Quadro Alto e Corcolle – San Vittorino «con un contratto tra le due società in cui si parla già delle futura discarica».