Emergenza abitativa: Antoniozzi e Lucarelli saltano l\’incontro

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Ieri mattina si doveva tenere presso l’ufficio politiche abitative all’Eur, un incontro fra Comune di Roma e i vari movimenti per il diritto all’abitare nel corso del quale si doveva definire, grazie a un protocollo d’intesa fra le parti, la soluzione di diverse situazioni di emergenza abitativa che si protraggono oramai da oltre 10 anni. Quando, con grande stupore, i rappresentanti dei movimenti hanno dovuto constatare “la latitanza” dell’assessore alla casa Antoniozzi e del capo segreteria del sindaco Lucarelli.

Ne davano il triste annuncio i due funzionari presenti, il dott. Bianchini e la dott.ssa Iorio. L’assenza ingiustificata per i movimenti ha significato una cosa sola: «le carte in tavola erano di colpo cambiate rigettando mesi di trattative e di dialogo direttamente alle ortiche». Così Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa; Blocchi Precari Metropolitani; Action; Comitato Obiettivo Casa hanno alzato i tacchi e se ne sono andati venendo a mancare l’interlocutore politico. «Siamo stanchi – hanno dichiarato – di prendere parte a continui teatrini in cui si riesce a dire nel giro di pochi mesi e settimane tutto e il contrario di tutto». Molto chiaro invece il messaggio per il sindaco Alemanno: «non si può continuare a giocare col fuoco». Infatti non solo il primo cittadino non dice una parola sulla necessità di fermare gli sfratti anche per chi si trova in situazioni di morosità incolpevole o per chi vive in alloggi di enti previdenziali che si apprestano ad essere venduti, ma «non muove un dito per realizzare un programma abitativo degno di questo nome». E’ d’altronde noto che Alemanno aveva strombazzato a destra e manca l’impegno a realizzare almeno 6000 alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Invece per i movimenti non solo le case popolari arrivano «con il contagocce» ma «si continua a regalare ai costruttori una città già cementificata» e con decine di migliaia di alloggi invenduti e decine di migliaia di persone in emergenza abitativa.

«Invece di svendere il patrimonio pubblico per racimolare qualche euro utile a trascorrere sulle poltrone qualche altro mese – affermano con durezza – sarebbe ora che il sindaco valutasse l’opportunità di recuperare l’esistente realizzando progetti abitativi e sociali in grado di porre argine alla situazione di crisi e di disgregazione in cui stiamo precipitando». Lanciato il messaggio si preparano la mobilitazione e le azioni di protesta che non potranno essere ancora una volta affrontate solo in termini di ordine pubblico, soprattutto in un momento in cui il disagio sociale dilaga.

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