Il quattro agosto scorso il Consiglio di Roma Capitale deliberò, con il voto determinante della opposizione, l'acquisto di due immobili. Con la prima delibera si autorizzava l’acquisto di immobili da destinare a case Erp (Edilizia Residenziale Pubblica) tra via Prenestina e via di Rocca Cencia: 150 appartamenti, da assegnare ad altrettante famiglie in graduatoria per una casa popolare. Con la seconda delibera invece si consentiva l’acquisto di un condominio a Lunghezzina-Ponte di Nona, per realizzarvi altri 50 appartamenti per anziani. Un lodevole investimento rogitato nei mesi successivi, se non fosse che ad oggi quegli appartamenti non sono stati ancora assegnati.
Misteri del Campidoglio soprattutto per quelle millecinquecento famiglie, cosiddette a punti 10 nelle graduatorie definite secondo i criteri di legge, che attendono una sistemazione. Non solo, ma anche per quegli anziani indigenti che la graduatoria l'hanno già bella che raggiunta da tempo e meriterebbero di occupare gli appartamenti di Lunghezza proprio 'de corsa'. Eppure qualcosa si è bloccato, qualcosa che va al dil là delle pigrizie e delle lungaggini burocratiche, ma attiene a una trattativa segreta in corso. Chi tratta e con chi? Semplice: il Comune sta trattando con i comitati (di destra o di sinistra che siano) che minacciano di occupare in tutto o parzialmente quegli stabili ove dei circa 200 appartamenti disponibili non venisse loro assegnata una congrua quota. Noi vogliamo tanto bene ai comitati degli occupanti o di chi aspira ad occupare, magari sotto la guida di Action, Casa Pound o Giuliano Castellino de 'er Popolo de Roma', ma questa trattativa, salvo smentita, ci sembra profondamente ingiusta per chi i punti dieci della graduatoria se li è sudati in tanti anni. Infatti la graduatoria prevede livelli di reddito bassi, anzianità, eventuali invalidità e sfratto. Parametri che nascondono disagio e spesso bisogno urgente, ma che rischiano di creare disparità ed ingiustizia, o peggio una guerra fra poveri, ove i più forti, quelli in grado di effettuare azioni eclatanti dalla risonanza mediatica, vincono perché il Campidoglio non vuole grane sui giornali.
Qualcuno ci dice che questi comitati, pur non avendo alcuna veste legalmente riconosciuta, agiscono talora come vere e proprie agenzie assegnando appartamenti occupati o da occupare secondo criteri spesso non propriamente nobili. Certo, anche sulla formazione delle graduatorie ci sarebbe molto da dire soprattutto per quanto riguarda la determinazione del reddito. Non sarebbe la prima volta che evasori totali si qualificano quali privi di reddito unendo il danno alla beffa per chi ha bisogno davvero. Quindi intensificare i controlli anche incrociati sarebbe il minimo. Ci auguriamo allora che la notizia di questa trattativa possa essere smentita in nome della legalità e della trasparenza che tutti invocano, ma che spesso si stempera sotto le bandiere del movimentismo.
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