Ostia, sit-in e raccolta firme al Grassi per aumento posti letto e organico

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Mancanza posti letto, strutture pronte ma inutilizzate, assenza di un direttore generale della Asl RmD e convenzioni stipulate con soggetti privati che sembrano trasferire energie e risorse a strutture convenzionate a discapito di quelle del sistema sanitario nazionale. Sono questi i temi per cui le sigle Rsu, Anaao Assomed, Cgil Medici e Aaroi hanno organizzato questa mattina presso l'ospedale Grassi di Ostia un sit in e iniziato una raccolta firme.

"L'ospedale Grassi – spiega Eugenio Bellomo, delegato Rsu Cgil – ha un bacino d'utenza di oltre 300 mila abitanti con un rapporto di posti letto per acuti pari allo 0,8 per mille contro i 3,5 per mille previsti dalle normative. 900 posti letto contro i 290 attualmente attivi. Il blocco delle assunzioni ha portato alla chiusura di 30 posti letto, 14 a chirurgia e 16 a ortopedia. A fronte delle nostre richieste, l'azienda ha finalmente derogato l'assunzione di 14 unità infermieristiche, quattro dalla prossima settimana e dieci da marzo. Risorse che rimangono comunque insufficienti. Inoltre i lavori del presidio S.Agostino sono finiti da settimane eppure non si decidono ad aprirlo e trasferirvi i servizi del Tmsre, consultori e vaccinazioni che oggi sono collocati in spazi inadatti per cui l'azienda paga un affitto di circa 5 mila euro al mese. Su tutto ciò nonostante la costante richiesta di un tavolo di contrattazione, l'azienda rifiuta il confronto". "Il Grassi continua a funzionare solo grazie alla volontà dei lavoratori. Per coprire la carenza d'organico – aggiunge Cesare Morra, delegato Rsu Asl RmD – il personale è costretto a doppi turni, con un carico di lavoro insostenibile. I servizi vengono esternalizzati in cambio di nulla. Non c'è una volontà di riorganizzazione".

"Non entro nella discussione se fosse migliore il privato di prima o quello di adesso – dichiara Enzo Foschi consigliere regionale Pd, tra i presenti alla manifestazione – ma affidare il servizio di prevenzione tumori a un privato permettendogli di assumere personale, è paradossale per un ospedale che soffre di una condizione di precariato endemica". "Sono due anni che nonostante le ripetute interrogazioni – dichiara Ileana Piazzoni, responsabile Sanità Sel Lazio – non riceviamo risposte su Grassi o sul S. Agostino. È evidente che il piano di rientro è fallito. Invitiamo il presidente Polverini a scendere dal carro della propaganda e rendersi conto che non è più garantito il diritto alla vita. Anche se le assunzioni sono bloccate c'è il margine per la Regione, attraverso decreti commissariali, per disporre deroghe".

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