Dopo tante voci e dopo i disperati magheggi dei peones, quali Orsi, Ciardi e Piccolo che hanno minacciato di passare al gruppo misto ove non fosse loro riconosciuta almeno una poltrona assessoriale, Gianni Alemanno pare abbia trovato la sua quota rosa anticipando i tempi di un’altra sentenza del Tar che lo avrebbe obbligato ad aumentare la presenza femminile nella sua giunta. E puntualmente eccola arrivare un’altra donna al Campidoglio. Con ogni probabilità si tratta di Gemma Gesualdi che prenderebbe il posto di Alfredo Antoniozzi all’assessorato casa e patrimonio.
Che l’eurodeputato fosse in procinto di lasciare la poltrona lo si era capito alla fine della scorsa settimana quando qualche quotidiano cominciò a indicare nomi improbabili, quali la figlia di Giorgio Almirante, giusto per soddisfare Francesco Storace smanioso di entrare nella stanza dei bottoni. La Gesualdi entra in gioco apparentemente al di fuori delle alchimie politiche e delle faide interne alle varie correnti del Pdl, anche se proviene da Forza Italia come il suo predecessore Antoniozzi.
Giornalista e da tempo impegnata nel sociale, è sempre stata vicina al sindaco godendo della fama diffusa di “persona per bene”. Assessore alla Scuola del XII Municipio si è occupata dei temi caldi dell’adolescenza quali bullismo e alcolismo e, almeno sino al termine di questa legislatura, potrebbe governare temi ben altrimenti bollenti quali quelli dell’emergenza abitativa e dell’edilizia popolare che negli ultimi tempi parevano essere esclusivo appannaggio del direttore del dipartimento Maurizio Bianchini. Il condizionale è d’obbligo per questo rimpasto perché giungono voci di frenetici contatti e di numerosi mugugni. Nel corso della giornata si era anche parlato di altre sostituzioni ma ormai Alemanno avrebbe firmato la delega alla Gesualdi.
Tecnicamente si tratterebbe del secondo rimpasto poiché quello del luglio scorso, che vide Sveva Belviso sostituire Cutrufo quale vice del sindaco e l'ingresso di Rosella Sensi per riequilibrare la presenza femminile, fu un azzeramento imposto dalla sentenza del Tar. Una sorta di ribaltone fu invece quello del 9 gennaio2011 quando furono sostituiti gli assessori Croppi, Marchi,De Lillo e Marsilio per fare posto rispettivamente a Gasperini, Aurigemma, Visconti e De Palo. Dal punto divista dell’immagine di Gianni Alemanno, già aggravata dal calo dei consensi e dopo gli esiti disastrosi della recente nevicata e il rifiuto di Mario Monti per la candidatura olimpica di Roma, un ulteriore scossone ai vertici capitolini non giova granché.
Ma c’è da giurare che le scosse sismiche più devastanti avverranno nei prossimi giorni proprio all’interno della diaspora della destra romana dove i contrasti sembrano assopiti, mentre i coltelli stanno sotto il tavolo. Le elezioni sono vicine e Alemanno non è più una garanzia.