Alemanno novello Nerone

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Proviamo una certa tenerezza nello scrivere questo articolo. Il Sindaco Alemanno insieme a Ignazio La Russa ha esposto in Campidoglio la foto dei due paracadutisti italiani arrestati in India. Un gesto nobile che ci vede, tutti nessuno escluso, accanto ai nostri soldati.

Ma proprio in questo frangente ci viene spontaneo domandarci quanto i romani vorrebbero esporre, proprio sul Colle Capitolino, l'immagine di Roma, che a detta di molti dovrebbe essere quanto prima liberata dal triumvirato Alemanno, Lucarelli e Nardi che da quattro anni governano di fatto la città. Ma questo è anche il momento in cui il Sindaco arranca, si dibatte non volendosi arrendere alla propria fine politica. Dopo il quinto rimpasto e la nomina della nuova portavoce nulla è cambiato e tanto meno sono cambiati Lucarelli e Nardi che tutto controllano e decidono. Ma oggi Sembra che al Sindaco scivoli tutto addosso, nessun rimpianto per avere gettato alle ortiche l’occasione della sua vita per lanciarsi a livello nazionale, ed ora che forse potrà ricandidarsi come capo dell’opposizione in Comune la sua amarezza cresce in maniera direttamente proporzionale ai suoi scatti d’ira e ai suoi progetti di fantapolitica che lo vedrebbero antagonista di Alfano alle primarie.

La macchina capitolina è sempre più sgangherata e tutto viene affrontato con la somma urgenza senza riflettere, senza un piano d’azione condiviso. In tutto questo anche i fedelissimi di Alemanno cominciano a cadere sotto i colpi della triade capitolina: Simone Turbolente detto il visconte dimezzato perché privato della sua carica di portavoce e in cerca spasmodica di una sistemazione e Mario Vattani scaricato dal suo sindaco ed oggi rimosso dalla Farnesina dal suo incarico in Giappone. A loro aggiungiamo l’esilio di Luca Panariello a Fiumicino, la fine nell’anonimato di Mario Schintu, la scomparsa improvvisa dagli orizzonti capitolini di Luigi Crespi. Una lista molto lunga che occuperebbe tutto il giornale. Alemanno oggi appare come un novello Nerone che suona la sua cetra mentre Roma brucia. La nostra città merita di più.

Giulio Dante

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