Le varie tipologie di contratto applicate al personale del San Camillo e in generale l’utilizzo delle risorse economiche e umane nell’ospedale romano: di questo si starebbero tra l’altro occupando i Nas (Nuclei antisofisticazione e sanità) nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sui pronto soccorso della capitale.
L’indagine si sta concentrando al momento sul San Camillo, il cui reparto d’emergenza sovraffollato e con pazienti assistiti anche su materassi a terra immortalato in un filmato diede il via al caso giudiziario. Secondo quanto si apprende, continuano le audizioni dei dirigenti dell’ospedale da parte dei pm Rosaria Affinito ed Elisabetta Ceniccola e dei Nas su delega della procura. Cinque giorni fa era stato sentito dai magistrati il direttore generale del San Camillo Aldo Morrone. Gli accertamenti sull’organizzazione complessiva dell’ospedale, affidati ai carabinieri – che stanno ancora acquisendo una imponente documentazione -, puntano a capire se e come questa abbia influito sul sovraffollamento del pronto soccorso.
Oggi i Nas potrebbero tornare al Policlinico Umberto I, il più grande ospedale di Roma, al centro dell’altro caso choc, quello della malata di Alzheimer tenuta quattro giorni legata a una barella nel pronto soccorso. I due dirigenti del Dipartimento emergenza e accettazione (Dea) sono stati sospesi per tre mesi.