La vicenda dell’ormai prossima rimozione del comandante dei vigili, Angelo Giuliani, apre uno squarcio inquietante sui criteri quasi padronali con i quali l’ottavo re di Roma (Gianni Alemanno) gestisce da quattro anni a questa parte le nomine. Lui cambia uomini a suo piacimento a dispetto della continuità manageriale di enti e società, usando a dismisura dei poteri che ai sindaci vengono conferiti.
Partiamo da uno degli aspetti minori più recenti, quello di Farmacap, le farmacie comunali, dove la vice sindaco Sveva Belviso con vari artifici dialettici dava atto l’altro ieri in aula, del dimissionamento dell’intero consiglio di amministrazione. Ma Gianni destituisce in questi giorni addirittura il presidente della fondazione Bioparco di Roma Paolo Giuntarelli che appena un mese fa aveva sottoscritto un protocollo per adibire i condannati a pene minori per la manutenzione dello zoo. La madre di tutti i dimissionamenti avvenne il 17 agosto del 2011 quando l’ad di Ama, Franco Panzironi, fu dimesso dall’azienda di igiene urbana per andare a fare il presidente di Roma Multiservizi, il gruppo che si occupa della manutenzione delle piste ciclabili e delle aree verdi. Panzironi sostituiva a sua volta Enzo De Santis, sindaco di Ponzano Romano, mentre l’ex presidente di Ama, Marco Daniele Clarke, entrava nel cda di Risorse per Roma. Il 24 febbraio del 2010 era toccato invece all’ad di Ama Service Stefano Andrini lasciare la poltrona, della quale assunse l’interim lo stesso Panzironi, per le polemiche sollevate dai suoi trascorsi di estrema destra. In precedenza, nell’ottobre del 2010, Alemanno aveva dimissionato l’amministratore delegato di Atac Adalberto Bertucci travolto dallo scandalo di Parentopoli. Gli succederà Maurizio Basile il quale invece se ne andrà pochi mesi dopo con le sue gambe e de corsa per venire quasi subito sostituito dal Carlo Tosti di nomina bipartisan.
Se vogliamo parlare invece di dimissionamenti politici dobbiamo guardare al primo rimpasto di giunta a metà gennaio dello scorso anno, quando al Bilancio Carmine Lamanda sostituisce Maurizio Leo, alla mobilità e trasporti Antonello Aurigemma va al posto di Sergio Marchi, mentre alla cultura Dino Gasperini occupa la poltrona prestigiosa di Umberto Croppi, Marco Visconti va ad occupare la poltrona al decoro urbano già di Fabio De Lillo ed entra l’ex aclista Gianluigi De Palo alla scuola al posto di Laura Marsilio. Ma a metà luglio arriva la sentenza del Tar sulle quote rosa e Gianni sposta la Belviso alla poltrona di vice sindaco, dimissionando Mauro Cutrufo e nominando Rossella Sensi assessore agli eventi speciali fra cui le Olimpiadi poi negate dal governo. Non finisce qui perché sempre a seguito della vicenda delle quote rosa nel mese scorso Alemanno sostituisce Antoniozzi alla Casa e Patrimonio con la direttrice dello stesso dipartimento Lucia Funari. Poi, tanto per cambiare (ancora!) toglie in questi giorni la delega alla sicurezza alla sua vice Belviso. Stendiamo poi un pietoso velo sulle varie deleghe affidate e tolte a tanti consiglieri, ma come dicono i sacri testi “il Signore dà, il Signore toglie”.
Le cose non cambiano in meglio se vediamo gli avvicendamenti fra i capi di gabinetto, struttura apicale e strategica dell’amministrazione. Il consigliere della Corte dei Conti Sergio Basile regge ancora, ma è il quarto in quasi quattro anni. Infatti prima di lui c’era Sergio Gallo che aveva a sua volta sostituito Sergio Santoro dimissionario dopo pochissimi mesi. Contemporaneamente alle dimissioni di Maurizio Basile dall’Atac si dimise anche il vice capo di gabinetto Alfredo Mantici proveniente dai servizi segreti. Non pago di tante giostre, pochi giorni fa Gianni si libera anche del suo capo ufficio stampa Simone Turbolente per sostituirlo con Ester Mieli. Qui ci fermiamo per pietà dei lettori che comunque già si saranno fatti l’idea di un’amministrazione incerta e debole dove brilla per la sua granitica inamovibilità (oltre al sindaco) solo quell’Antonio Lucarelli capo della segreteria di Alemannno. Morale: Gianni fa e disfa ma dalle macerie è riuscito a cavar fuori uno straccio di governace o di gruppo dirigente? A voi il giudizio.