"Difficile la vita per i ciclisti romani: usare la bicicletta nelle strade della Capitale, infatti, può essere molto pericoloso. Grazie alle numerose segnalazioni ricevute dal Codici sull’inadeguatezza degli spazi adibiti ai ciclisti, l’associazione ha stilato una mappa dei punti più pericolosi delle piste ciclabili della città. Le criticità nascono da: errori nella progettazione di piste che non prevedono lo spazio necessario per ciclisti e pedoni, disagi creati dall’assente manutenzione (si pensi alle buche mai riparate), degrado diffuso che vede l’assenza di pulizia degli spazi, inciviltà di automobilisti che parcheggiano sulle piste, mancanza della segnaletica orizzontale". Lo ha reso noto in un comunicato Codici.
Questi i black point delle piste ciclabili, in cui prestare particolare attenzione:
Parco Rabin/Villa Ada: La rampa di accesso a Villa Ada (utile a ciclisti e disabili in carrozzina), presenta delle doghe rotte che creano dei buchi molto pericolosi; Viale Gioacchino Rossini, all’altezza di via Aldrovandi: Lo scorso febbraio si rileva che la recinzione dell’aiuola, crollata sulla pista, rende difficoltosa e pericolosa la circolazione di pedoni e ciclisti. Il tratto fa parte del percorso ciclabile che dal Lungotevere (Piazzale delle Belle Arti) conduce attraverso Villa Borghese (giardino zoologico) a Villa ADA ed attraverso quest'ultima fino a via Salaria. È caratterizzato da: assenza di indicazioni certe, assenza di manutenzione, sosta vietata, attraversamenti pericolosi in prossimità di viale Parioli.
Ciclabile Testaccio, via Zabaglia: Il tratto è particolarmente rovinato e pericoloso. È sparita la segnaletica orizzontale, forse perché la qualità della messa in opera non era adeguata. Inoltre il marciapiedi è dissestato, presenta numerose crepe e l’asfalto è divelto in più punti. A tutto ciò si aggiungono le auto che vi parcheggiano in maniera selvaggia e il degrado diffuso in tutta la pista.
Dorsale Ciclabile Colombo: Almeno fino a pochi giorni fa, sulla pista giacevano tronchi tagliati ed abbandonati, nel tratto in pendenza tra Circonvallazione Ostiense e via Cilicia.
Dorsale Aniene: Il tratto di via Val Trompia è a rischio frane: la ciclabile rischia di franare nell’Aniene.
Ciclabile Laurentina: Segnalazioni degli ultimi mesi indicano la ciclabile Laurentina, che va da Piazzale Dohuet fino a via Laurentina, all'angolo con Viale dell'Umanesimo. La pista colorata sarebbe interrotta proprio all'altezza del passo carrabile per l'accesso al parchetto, così le macchine usano il passo per parcheggiare, rendendo il tratto poco agevole e poco scuro.
Furio Camillo e via Nocera Umbra: Le piste sono occupate dalle macchine che ci parcheggiano illegalmente. Villa Gordiani: l'ingresso da via Prenestina, Da via Prenestina si può accedere ad un tratto ciclabile (il cartello si intravede a fatica dietro il semaforo) che arriva fino alla pista ciclopedonale di Viale della Venezia Giulia.
La pista è particolarmente corta: con i suoi circa 100 metri di lunghezza, al momento va dall'incrocio di via Anagni alla prima delle entrate del cantiere Metro C di via di Villa dei Gordiani. Dell’opera non si sa nulla, visto che non c'è traccia del cartello la cui esposizione è obbligatoria, nel quale in genere sono indicati, costi, progettisti, impresa aggiudicataria dell'appalto e tempi di esecuzione.
Via della Venezia Giulia: Al momento dell’ultima segnalazione, il proseguimento previsto per la pista resta inalterato e chiuso. Le macchine parcheggiano nel marciapiede e rendono difficile il passaggio per ciclisti e pedoni.
Via della Magliana Nuova: Il marciapiede non è abbastanza largo, per cui i pedoni hanno difficoltà a passare, soprattutto perchè a ridosso dello spazio adibito ai pedoni ci sono degli alberi. I pedoni sono quindi costretti a passare sulla pista ciclabile, con il rischio di essere investiti dai ciclist"i.
“Ci auguriamo che il Piano Quadro della Ciclabilità possa finalmente prendere concretezza – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – Ribadiamo inoltre la necessità di serie opere di manutenzione e monitoraggio delle piste ciclabili romane, che spesso non sono in grado di garantire la sicurezza dei ciclisti”.