“Roma si piazza all'ultimo posto tra le città grandi italiane per i consumi di acqua, con ben 234,3 litri di acqua consumati ogni giorno pro-capite, ma anche per le perdite idriche di ben 68 metri cubi di acqua persi per chilometro di rete (fonte blue book e Mediobanca), ossia il 27% del totale immesso. E nel testo del Lazio non va molto meglio, tra i peggiori consumatori del prezioso oro blu, Viterbo agli ultimi posti fra le città più piccole con 209,6 litri/giorno pro-capite e Latina con il 62% di perdite idriche”. Ecco i dati principali per il Lazio che Legambiente anticipa in occasione della prossima giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo, con la presentazione dell'edizione 2012 del Rapporto Ambiente Italia, di Legambiente e Istituto Ambiente Italia, edito da Edizioni Ambiente.
“L'Assemblea capitolina bocci la scelta di Alemanno, no alle cessione di Acea ai privati, a Roma e nel Lazio serve una nuova politica per l'acqua, una risorsa indispensabile per vivere che va tutelata, conservata, difesa, smettendola di considerare questa come una merce sulla quale lucrare e da far gestire a società private -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Lo hanno ben chiaro i cittadini che con i referendum hanno chiesto un ruolo pubblico più forte e determinato, nelle scelte e nella gestione delle società. Decisioni che vanno prese ora, per battere la crisi ambientale ma dirimenti anche per uscire dalla crisi economica puntando su un futuro migliore per i cittadini”.
Per i consumi di acqua, tra le città piccole, va un po’ meglio a Frosinone con 173,7 litri, a Rieti con 157,8 litri e tra le medie città a Latina con 154,1 litri. “Assurde” le perdite d'acqua nella rete anche a Rieti con il 45%, Frosinone con il 39%, mentre va un po’ meglio a Viterbo con l'11%, seconda nel Paese tra le città piccole. Neanche i depuratori laziali sembrano funzionare troppo bene: l'efficienza del sistema di depurazione a Roma passa dal 97% al 90% e Rieti perde un punto percentuale passando all'83%; Latina pur con i dati aggiornati, rimane all'84% mentre Viterbo e' al 95% e Frosinone solo all'80%. Importanti, invece, conclude Legambiente, “i dati quantitativi per questa risorsa cosi' indispensabile: nel compartimento idrografico Lazio-Umbria sono ben 2.525 milioni di metri cubi disponibili di acqua all'anno, ben 437 metri cubi pro-capite. Nell'acqua dei rubinetti di 64 Comuni del Lazio (17,3%), rimane però una concentrazione di arsenico da riportare nei limiti di legge entro il 2012”.