Campidoglio 2, di fattibile c’è solo la speculazione

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Dopo il sottopasso dell'Ara Pacis che non si farà per obiettivi ostacoli e pareri discordanti degli assessorati, si delinea un altro fallimento di questa amministrazione capitolina. Parliamo del bando di quasi 200 milioni, presentato a squilli di tromba nel novembre dello scorso anno. L'operazione che dovrebbe rendere disponibili per il Comune nuovi locali, titolo del film: “Campidoglio 2”. Roba da 193 milioni di euro ad essere precisi, pane e lavoro per tutti. Il progetto a dieci anni dalla prima proposta, prevede il distaccamento degli uffici comunali nell'area dell'ex Manifattura tabacchi, tra via Cristoforo e Ostiense, a ridosso della stazione ferroviaria. Circa 80.000 metri quadri per ospitare tutti gli uffici comunali lasciando in Campidoglio solo le sedi di rappresentanza ed istituzionali oltre agli uffici del primo cittadino. Siccome soldi non ce ne sono, la realizzazione dell'opera va come al solito in project financing, il che significa che il vincitore della gara realizza l'opera con i soldi suoi per poi recuperali gestendo ed affittando i locali a 17 milioni anno per trent'anni. Alla gara partecipano il gruppo Astaldi che affida la progettazione allo Studio- Transit di Giovanni Ascarelli, che guarda caso è anche presidente di Roma metropolitana spa, e il gruppo Condotte. Quest'ultimo già impegnato nella Nuvola di Fuksas e nel progetto urbanistico dell'ex velodromo Olimpico (di cui ha recentemente ceduto tutte le quote in suo possesso a Eur Spa). A questo punto corre voce che la proposta Astaldi presenti delle carenze amministrative, mentre Condotte non pare sia intenzionata ad imbarcarsi in questa operazione, ma sono solo voci. Certa sarebbe invece l'improponibilità e la convenienza economica del progetto per i privati, così come è stato messo in piedi. Intanto perché lo studio di fattibilità ripropone un lavoro che risale addirittura al 2003, mentre sarebbe stata necessaria una rivisitazione dei documenti a fondamento della gara. In fondo, da allora l'assetto urbanistico della città è "leggermente" cambiato, anche se in Comune non se ne sono accorti. Ma il fatto vero è che il progetto risulterebbe antieconomico. Infatti i valori del progetto risalgono ancora a quelli di nove anni fa. Così si pretenderebbe di costruire immobili dal massimo rendimento energetico a 1000 euro al metro quadro, compresi parcheggi, contro un valore attuale di 1400 euro. Ancor più scoraggianti per i privati sono le condizioni finanziarie previste dal bando perché, fatti conti, i 17 milioni di canone annuo previsti non coprirebbero nemmeno gli interessi del mutuo che i costruttore dovrebbe spuntare dalle banche. Sin qui i problemi dei concessionari che magari (ne dubitiamo) sarebbero anche disposti a rimetterci, ma ben più gravi sono gli aspetti urbanistici di tutta la vicenda e qui si pone subito un quesito. Perché viene scelta l'area dell'Ostiense quando è già previsto un polo unico direzionale (Sistema Direzionale Orientale – SDO) nell'area Tiburtino/Pietralata? Un'area popolosa che potrebbe essere riqualificata e soprattutto già servita dalla Nuova Tangenziale est, dalla metro e dal nuovo Hub ferroviario della Tiburtina. Con la scusa del project financing, come al solito, c'è puzza di speculazione come d'altronde già accade per il prolungamento della Metro B a Casal Monastero. Inoltre finanziariamente Campidoglio 2 appare un’operazione quasi impossibile, perché ufficialmente non è realizzabile nemmeno a stralci e tanto meno modificandone le condizioni. Ma quando si tratta di speculazione l'amministrazione Alemanno riesce a rendere possibile anche ciò che non lo è, solo che ormai il tempo sta scadendo.

Giuliano Longo

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