«Questo è lo stato del Pup Albalonga»

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A guardare le foto di com’è oggi Via Albalonga, il cantiere si presta bene a diventare un’immagine simbolo del “lato oscuro” del Piano Urbano Parcheggi. Una strada pubblica ridotta a discarica, con aree recintate piene di immondizia, laddove fino a un anno fa c’erano due file di alberi alti quasi quanto le case. Alberi tagliati per far posto al cantiere del parcheggio interrato, che è poi stato abbandonato prima dell’estate dal concessionario, la Di Veroli srl, non si sa se per motivi economici o giudiziari o per entrambi, nel giugno scorso i titolari sono stati arrestati nell’ambito dell’inchiesta legata all’ex presidente di Confcommercio, Pambianchi). Dopo mesi di inadempienze, indagini preliminari inadeguate, mancato pagamento degli oneri concessori) gli uffici comunali, nel dicembre 2011, hanno avviato le procedure per la decadenza della convenzione, ma i concessionari sembrano non essersene accorti, visto che a più riprese, il 19 marzo l’ultimo episodio, hanno mandato degli operai a lavorare nel cantiere, probabilmente per posizionare delle apparecchiature per le indagini geognostiche che avrebbero dovuto effettuare più di un anno fa. Ma la cosa più inquietante è che al concessionario è stata affidata non solo l’area, ma addirittura la gestione dell’illuminazione pubblica della strada, con la creazione di un impianto posticcio di cavi elettrici che collegano i lampioni esistenti ad altri “volanti” e a centraline provvisorie, posizionate in mezzo ai rifiuti. La conferma è arrivata dopo un inspiegabile “black out” che ha spento tutti i lampioni di Via Albalonga, dal 7 marzo scorso per la bellezza di una settimana. Ai cittadini che hanno segnalato il guasto, l’azienda elettrica ha risposto di non avere nessun disservizio nella zona. Dopo varie nottate al buio, attenuato solo dalla prolungata accensione delle insegne luminose dei negozi, grazie alla solidarietà dei commercianti, i residenti hanno visto di nuovo la luce il 13 marzo. Pare che la scelta di dare al costruttore non solo un’utenza per il cantiere ma tutto l'impianto della via sia stata presa a suo tempo dall’ACEA. Una strada scippata agli abitanti, beni comuni come gli alberi eliminati per far posto a box da vendere a caro prezzo, un servizio pubblico come l’illuminazione stradale affidato a un costruttore privato, sembra proprio il “mondo alla rovescia”: anziché espropriare beni privati per consegnarli all’uso pubblico, il Comune espropria luoghi e servizi pubblici per metterli al servizio del profitto privato…

Annamaria Bianchi
Portavoce dei Comitati no PUP

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