Si gonfia il Cda di Risorse per Roma

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Risorse per Roma SpA, è una società pubblica controllata dal Comune a cui è stata affidata la proprietà dell’immenso e prestigioso patrimonio immobiliare della Capitale. Dopo il fallimento della società Gemma che gestiva la partita dei condoni edilizi, fu ricapitalizzata pur essendo dotata di un enorme capitale immobiliare. Oggi il capitale si è esaurito, malgrado la gestione attiva del patrimonio con vendite abbia prodotto incassi a fronte della diminuzione del patrimonio. Si pensi solo alla cessione dei prestigiosi circoli sportivi per decine e decine di milioni di euro.

Come siano stati investiti questi proventi, secondo quali direttive di politica economica e con quale utilità per i cittadini, dovrebbe essere divulgato prima ancora che qualcuno lo chieda, se mai lo richiederà… Sin qui nulla di eclatante, se non fosse che alla ricapitalizzazione l'assemblea straordinaria dei soci delibererà anche l'aumento del numero dei membri del consiglio di amministrazione con relativa modifica dello statuto, come questo giornale aveva anticipato. Anzi, qualcuno insinua malignamente che tutta l'operazione sarebbe imbastita, senza necessità, proprio a questo fine. Da tre a cinque componenti in barba alla alemanniana “austerity de noantri” (anzi de voantri contribuenti). Allo scopo di perfezionare l'operazione mancano tuttavia alcuni passaggi. Il primo riguarda la convocazione del consiglio di amministrazione di domani che rimanderà l'allargamento del consiglio alla successiva assemblea straordinaria. Ma già i consiglieri attuali guardano al futuro e soprattutto alle loro scadenze. Infatti si ipotizza che la cooptazione di due membri venga sostituita dalla rielezione di tutto il consiglio, 3 (in carica) + 2, così da raggiungere il 2015 tranquillamente e tutti insieme appassionatamente. Mentre i cooptati ed i membri dell'attuale consiglio decadrebbero nel 2014.

Dopo questi passaggi la società farà a meno dell'amministratore delegato prevedendo solo un presidente, un vice presidente e tre consiglieri, ma per arrotondare il compenso sempre il cda di domani deciderà l'istituzione di due comitati all'interno delle azienda: uno per la governance e uno per il controllo da affidare al presidente ed al suo vice. Mossa che tende ad eludere le disposizioni della Corte dei Conti sui compensi agli amministratori che non possono superare i 18.000 euro annui. Ovviamente l'operazione avviene con il pieno consenso del sindaco Alemanno che nel cda manterrà la presenza di un rappresentante dell’opposizione, come già avviene per quasi tutte le altre partecipate. Lungi da noi ritenere che questo piccolo 'vizio' di trasversalità possa impedire agli oppositori di vederci più chiaro nei conti e nella gestione di Risorse per Roma.

gl

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