«Il Dl 70 del 2011 prevede una modifica al Codice dei beni culturali e del paesaggio che innalza da 50 a 70 anni la soglia per dichiarare l’interesse culturale dei beni immobili di proprietà pubblica. In seguito a tali modifiche il mercato Metronio di Roma, realizzato dall’ingegnere Riccardo Morandi e riconosciuto dal Comune di Roma come “edificio di rilevante interesse architettonico e urbano”, rischia di essere abbattuto per interessi speculativi nonostante si tratti di un’opera rilevantissima non solo per la storia della capitale, ma anche per quella dell’architettura italiana del novecento». Lo scrivono i deputati del Pd Roberto Morassut e Michele Meta in una risoluzione presentata in Commissione Cultura alla Camera che impegna il Governo ad «effettuare, in virtù del rilevante interesse architettonico e urbano del Mercato Metronio, e nell’ambito delle proprie competenze, una verifica sull’opportunità reale di abbattere un immobile riconosciuto come edificio di rilevante interesse architettonico e urbano; ad avviare iniziative legislative volte a tutelare e valorizzare l’architettura moderna e contemporanea del paese anche con un intervento legislativo che modifichi l’articolo 4, comma 16 del Decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, approvato con modificazioni dalla legge 12 luglio 2011, n.106».
I due deputati del Pd ricordano che il Mercato Metronio rientrava nella delibera comunale “indirizzi per la riqualificazione dei compendi immobiliari ubicati in via Chiana, via Antonelli e via Magna Grecia”, stralciata dal Consiglio Comunale nel febbraio 2010 e nuovamente approvata con modifiche in giunta nel novembre 2011, con la denominazione “Indirizzi per la riqualificazione dei componenti immobiliari ubicati in via Chiana, via Giovanni Antonelli e via Magna Grecia, nonchè per il reperimento di immobili destinati all’housing sociale”. I due ripercorrono quindi la storia di tutta la vicenda della delibera Cam alla quale il Comune si impegnava da un lato a cedere i manufatti e il sottosuolo dei mercati comunali in via Chiana, in via Antonelli, in via Magna Grecia e un manufatto in via Giolitti, in cambio di 88 appartamenti che la società avrebbe dovuto realizzare in località Casal Bertone e Ponte Mammolo. Dall’altro ad «avviare le procedure amministrative finalizzate alla riqualificazione dei citati compendi immobiliari, anche attraverso varianti della attuale destinazione urbanistica e/o progetti di valorizzazione, in considerazione della carenza di risorse finanziarie nella disponibilità di Roma Capitale, mediante operazioni di tipo permutativi».
I due deputati ricordano ancora che i comitati e le associazioni dei cittadini delle aree interessate denunciano la volontà della C.A.M. s.r.l. di far rientrare i compendi in questione nel Piano urbano parcheggi e che ciò comporterebbe l’abbattimento delle strutture esistenti, la costruzione di parcheggi seminterrati e di nuove cubature destinate ad attività commerciali. Il Consiglio del Municipio IX di Roma, che già deliberò in materia di Pup interessati esprimendo parere contrario, avrebbe allo studio, concludono Meta e Morassut nella risoluzione, «una delibera che ribadendo tali intenti, citerebbe le opere dell’architetto Morandi come patrimonio storico-culturale del quartiere».