Residence, contratti per altri 12 anni

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La settimana scorsa davamo la notizia che il Comune si era finalmente deciso a risparmiare sui residence per i senza tetto, ovvero per quei loculi massimo di 40 m2 e anche meno, che affitta da privati, spendendo talora più di 2500 euro mese l’uno, comprensivi di fitti veri e propri e di servizi per lo più forniti dalle cooperative sociali. La neonominata assessore alla Casa e Patrimonio Lucia Funari, che dalla direzione di quel dipartimento proviene, ha approvato una memoria che impegna l’Amministrazione alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione della spesa nel settore dell’assistenza abitativa temporanea e dava mandato al Dipartimento Politiche Abitative, ovvero al direttore Maurizio Bianchini, di avviare l’aggiornamento del censimento delle famiglie attualmente in assistenza alloggiativa presso le 13 strutture immobiliari delle quali l’Amministrazione paga l’affitto.

Inoltre la memoria disponeva la rinegoziazione dei contratti di locazione dei 13 immobili, al fine di ottenere una riduzione della spesa corrente. Infine disponeva che il Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali diretto da Scozzafava individuasse i soggetti deputati allo svolgimento dei servizi di vigilanza e guardiania nei centri. Inoltre, ed è questa la vera novità, nei nuovi contratti di locazione verrà previsto che i costi delle utenze di luce, acqua e gas siano a carico delle famiglie assistite che, in caso di bisogno, potranno rivolgersi ai servizi sociali municipali per un eventuale sostegno economico.

Mentre dovrà essere previsto un contributo forfettario mensile a carico delle famiglie assistite per il finanziamento della spesa di manutenzione ordinaria degli immobili e per la gestione dei servizi comuni. Nella nota si ricordava che il Comune ha in locazione 13 immobili adibiti a Centri di assistenza alloggiativa temporanea, di cui 11 con contratti stipulati nel 2007. Per questi residence, che forniscono un alloggio temporaneo a 1189 famiglie corrispondenti a circa 3000 persone, l’Amministrazione attualmente sostiene un costo complessivo annuo di circa 28.400.000 euro.

Mentre i costi relativi ai consumi per le utenze di luce, acqua e gas all’interno dei Centri di accoglienza alloggiativa temporanea ammontano a circa 1.300.000 euro l’anno. Va che detto che l’anno scorso, l’assessore Antoniozzi annullò ben tre bandi di gara per affittare questi loculi perché i vari servizi delle cooperative, collegati ai residence, dovevano essere banditi a parte come prevede la legge sugli appalti.

Tanto che i contratti della cattolicissima Confraternita che gestisce numerose cooperative di servizi ed è proprietaria di alcuni immobili, scaduti già a dicembre, furono rinnovati in fretta e furia, mentre la competenza su quei residence passò dal Patrimonio (Bianchini) al Sociale (Scozzafava). Il che in soldoni significa che dai conti della Funari sui residence mancano proprio i costi di almeno di una decina di milioni della Confraternita. Lodevole iniziativa quella della Funari, se non fosse che la fretta di rinnovare tutti i contratti dei residence potrebbe nascondere l’inganno. Infatti a noi risulta che ci siano 4 contratti da rinnovare entro l’anno in corso e 2 scaduti alla fine del 2011; tre in scadenza del 2013; 2 nel 2014 e infine 3 nel 2015. Se si considera che i contratti vengono rinnovati per 6 + 6 anni ne risulta che per 12 anni il problema dei residence verrà scaricato sulle amministrazioni a venire.

E pensare che alla fine del 2008 una dotta schiera di politici e pensatori del Pdl, fra i quali la on. Marsilio, presentò un ponderoso dossier sui residence dove si suggeriva al Campidoglio l’acquisto degli immobili da adibire a residence proprio per risparmiare un mucchio di quattrini.

Che Alemanno non abbia tenuto conto di questo giudizioso suggerimento lascia intravvedere interessi intoccabili su un comparto che garantisce a chi affitta e alle cooperative che gestiscono i servizi, una immediata liquidità di trimestrale. Fatto piuttosto inconsueto per l’Amministrazione capitolina che paga, se va bene, dopo un anno. Eppure una voce fuori dal coro compiacente si è levata con l’Unione Inquilini, la quale visti i costi esorbitanti dei fitti per questi loculi ricettacolo di malessere sociale e degradazione, propone che il Comune eroghi ad ognuna delle famiglie nei residence 1000 euro al mese per pagarsi un affitto di una casa normale, risparmiando almeno 15 milioni di euro. Potrà pure apparire demagogico e semplificatorio, ma sempre meglio che far lucrare qualcuno per i prossimi 12 anni.   

Giuliano Longo  

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