C’è qualcuno, come il Tempo, che sull’ampliamento dei posti nei consigli di amministrazione di alcune municipalizzate ci vede un modo per “ricompattare gli equilibri interni ed esterni” e addirittura una condizione per avere una campagna elettorale “dura ma politicamente corretta oppure una guerra senza sconti”.
A noi, che veniamo regolarmente accusati di faziosità, pare invece che ci si avvii verso l’ultimo assalto alla diligenza con qualche osso gettato qua e là all’opposizione. Mentre si trama per l’ampliamento dei posti nei consigli di amministrazione di alcune muncipalizzate serpeggia qualche fermento sotterraneo anche per qualche infornata di assunzioni.
Il quotidiano romano citava l’esempio di Risorse per Roma spa, la società che si occupa dei condoni edilizi, della dismissione del patrimonio immobiliare, della finanza di progetto e tanto altro ancora. Solo che i dati riportati da quel giornale non tengono conto del fatto che certamente nel 2009 i dipendenti erano 265, balzati nel 2011 a 585 dopo il fallimento di Gemma e il riassorbimento parziale di quegli addetti, più gli 80 vigilantes riassorbiti dall’Urbe.
Quindi gli 800 citati dal quotidiano romano sono ancora in fieri perché altri 40 cassaintegrati sempre da Gemma verranno riassorbiti e al conto ne mancano ancora 100 da selezionare. Solo che l’infornata di circa 150 addetti specializzati andrà a coprire il Sistema Informatico Territoriale (SIT) che in precedenza era gestito proprio da Gemma. Dell’infoltimento dei posti nei Cda delle municipalizzate aveva scritto Cinque Giorni addirittura qualche mese fa nella generale indifferenza e nel caso di Risorse specificavamo che il pretesto sarebbe stato fornito dall’aumento di capitale.
Non stupisce quindi che il Tempo parli del fatto che i posti in più e quelli da confermare vengano equamente spartiti fra maggioranza e opposizione, in fondo è quanto è accaduto in Atac a luglio scorso. Ma tornando a Risorse per Roma cosa può sconvolgere un consigliere in più o in meno per una società che si permette quasi 5 milioni di consulenze, 500mila euro per “utenze e manutenzioni”, 9mila euro di cellulari aziendali, 60mila per gli impianti di condizionamento d’aria e più di 1 milione per i macchinari elettronici?
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Il problema delle nomine e nei Cda è sempre politico, sempre che la politica sia obbligata a spartirsi posti e prebende, ma la democrazia contempla che anche le opposizioni abbiano la loro fetta di torta.
Così le assemblee dei soci per l’approvazione dei bilanci delle municipalizzate previste per fine aprile slitteranno, guarda caso, a dopo il congresso del Pdl che si svolgerà il 10 e 11 maggio.
Poco male perché pare che i candidati dei Cda, compresi quelli delle opposizioni, siano già nel “pectore” di Lucarelli ed Alemanno che hanno già pronta la lista. Speriamo che si riesca a contentare tutti sennò, come afferma il Tempo, durante la campagna elettorale scorrerà il sangue. Ma valà, direbbe Ghedini, qui scorrono solo le poltrone.