Il consigliere Fabrzio Santori del Pdl non ci sta e soprattutto non accetta le maggioranze trasversali (maggioranza-opposizione) che si vanno determinando di volta in volta nei lavori del Consiglio comunale in corso. Così abbandona ieri l'aula Giulio Cesare per protesta. Segue un comunicato di fuoco nel quale denuncia una situazione pericolosa poiché a suo giudizio, al Campidoglio «governa una maggioranza che non è quella eletta dai cittadini (nel 2008) – e aggiunge – Quello che va accadendo nell'assemblea di Roma Capitale lascia interdetti e stupiti».
Da noi interpellato il consigliere, notevolmente irritato dalla scarsa solidarietà dei suoi colleghi di partito mentre dal Pd proviene solo un complice silenzio di comodo, si dice stanco di dover discutere da ben tre mesi solo di delibere urbanistiche, approvando di tanto in tanto qualche rara delibera diversa come quella, la settimana scorsa, degli artisti di strada. Ieri ad esempio veniva posta in discussione, dopo la riunione dei capigruppo, una delibera prioritaria la falle faceva rinviare le quattro precedenti che sono comunque sempre le stesse a rimpallarsi da una seduta all'alta ormai da settimane e mesi. Così è necessario, scrive Santori nel suo comunicato «porre un limite ad ostruzionismi e giochetti che con maggioranze fantasiose, raggiunte con i voti dell'opposizione, riescono a far passare solo le delibere sull'urbanistica ». Per Santori da questi giochi «sembra emergere dal naufragio della politica degna di questo nome e il relitto di giochetti vecchio stile 'distruggi Italia'». Il tutto avverrebbe sotto la sapiente regia «di abili manipolatori da partita alle tre carte giocata di nascosto nello squallore di un vicolo buio».
Il fatto è che queste continue modifiche dell'ordine del giorno per il consigliere del Pdl finiscono per ledere proprio la trasparenza delle decisioni del Consiglio, ma soprattutto le possibilità di partecipazione da parte dei cittadini per lo più espressi dai comitati. Ma il consigliere ormai fuori dall'aula, ci lascia anche chiaramente intendere che l'attuale andazzo nei lavori del Consiglio finisce per far velo ad accordi ben più corposi e vincolanti fra maggioranza ed opposizione. E se lo dice Santori…
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