Dopo le promesse il campo resta lì

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Gianni Alemanno “spera”, come dichiarato ieri, di aprire il nuovo campo de La Barbuta entro aprile/maggio del prossimo anno. Per quella data si dovrebbero chiudere altri campi dentro la città, come via del Baiardo e, ancora “forse” quello di Tor De Cenci. Tutto entro la fine del suo mandato, sempre che vada a scadenza naturale. Su questo trasferimento si era fieramente spesa anche la sua vice Sveva Belviso la quale ben prima di affiancare il sindaco, e ancor prima di divenire assessore, aveva fatto del trasferimento del campo di Tor De Cenci il suo cavallo di battaglia anti rom inondando quel municipio con migliaia di lettere bellicose. Ancora ieri la vice sindaco e l’assessore alla Mobilità Aurigemma avrebbero dovuto incontrare il comitato di quartiere Spinaceto per affrontare anche il problema di quel campo nomadi, ma al momento di chiudere il giornale in tarda serata non si erano ancora presentati. Riferiremo domani sull’esito di un incontro molto atteso dai residenti.

Il carnevale televisivo della bella Sveva

Infatti Tor De Cenci è da anni in attesa di ricollocamento e non fa parte dunque del gruppo di villaggi attrezzati. Come in ogni campo la gente vive con la raccolta di metalli raccolti dai cassonetti (anche se arresti per grossi furti di rame non se ne registrano), di mercatini dell’usato e probabilmente di accattonaggio, anche se i rapporti con la popolazione residente non sono certo idilliaci. E allora? Allora era giocoforza che il trasferimento di quel campo alla Barbuta, come era indicato alcuni anni fa nel cronoprogramma, come l’aveva pomposamente definito Alemanno, del riassetto e dei trasferimenti dei campi rom. Ma evidentemente nel cronoprogramma qualcosa non va perché La Barbuta doveva essere operativo già dall’anno scorso.

Rom, le cooperative occupano l’assessorato

De La Barbuta questo giornale si è spesso occupato, ma vale la pena di ripercorrerne la vicenda. Il villaggio dovrebbe essere il primo “campo” costruito ex novo dal Comune di Roma. Quattro ettari occupati, 160 moduli abitativi di 24 e 32 metri quadri, con un’accoglienza di 650 rom. Questo campo nasce vicino a un insediamento abusivo sorto nel 1995 fra il Grande Raccordo Anulare, la Ferrovia Roma-Ciampino, l’aeroporto Pastine e l’Appia Nuova, proprio su una via di scorrimento all’ingresso del comune di Ciampino. Lì dovevano andare l’anno scorso i 400 rom di Tor De Cenci. Secondo l’associazione 21 luglio, che si occupa dei problemi e dei diritti dei nomadi, il campo de La Barbuta, realizzato per l’accoglienza di 650 rom, costerà 10 milioni di euro, 15mila euro a persona. Più le spese di gestione che si attesterebbero intorno a circa 3 milioni di euro annui.

Se la bella Sveva prova a far dimenticare il povero Gianni

Due mesi fa Sveva Belviso, incontrando ancora una volta il Comitato di Quartiere che aveva raccolto centinaia di firme, faceva sapere che il trasferimento, promesso entro gennaio, non ci sarebbe stato perché La Barbuta resta chiuso. Insomma, una figuraccia soprattutto dopo la bocciatura del Consiglio di Stato del cosiddetto Piano Nomadi che, sulla base dell’emergenza sociale, conferiva poteri straordinari ai prefetti di cinque grandi città. A febbraio il Comune augurava l’emanazione di un nuovo decreto del ministero degli Interni, ma da allora non solo non stati ravvisati gli estremi di un’emergenza rom, ma è cambiato anche il quadro politico nazionale.

 

gl

 

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