Quei continui cambi che costano

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Ormai degli sprechi alla Pisana si sa tutto, un po’ meno di quelli della Giunta e ancor meno di quelli delle numerose società regionali, spesso carrozzoni di dubbia utilità. Poco si parla invece, se non sporadicamente, degli sprechi del Comune che, quando emergono, come nel caso di parentopoli, assumono i contorni di vere e proprie voragini, altro che quella nella quale è incappata l’on Alessandra Mussolini (vedi art. pag 5).

Ma, tanto per restare alle cronache più attuali, vi sono sprechi meno visibili sui quali non si appuntano i riflettori della stampa. Ce li ricorda il consigliere Athos De Luca il quale si chiede: ma quanto ci costa questo continuo balletto delle poltrone in Atac e Ama? «Infatti oltre all’incertezza, alla sfiducia alla disaffezione che si è creata nelle Aziende con ricadute negative sul servizio e la produttività, i cittadini devono pagare una buonuscita milionaria ogni volta che un manager viene rimosso dal Campidoglio». Eh sì, perché, tanto per fare un esempio, nel caso di AMA l’Amministratore Dr. Cappello è stato dimissionato, ma in assenza di giusta causa o colpa grave, il Dr. Cappello, che ha un contratto per tre anni, per andarsene chiede un milione di buonuscita, pari agli stipendi che avrebbe percepito rimanendo in carica. Infatti l’Amministratore, avendo portato al CdA la proposta del contratto, non è incorso in alcuna colpa o responsabilità di rilevanza giuridica che ne giustifichi l’allontanamento.

Una cosa è certa, denuncia De Luca, Alemanno «non può continuare a pagare con i soldi dei cittadini la buonuscita ad un amministratore scelto appena un anno fa da lui stesso, altrimenti incorrerebbe in una pesante condanna da parte della Corte dei Conti». Non solo, oltre al danno «sembra che avremo la beffa di vedere nell’incarico di Direttore Generale la Dott.ssa Anelli, fedelissima di Panzironi il quale continuerebbe a pilotare le scelte di AMA». C’è poi da dire che i dirigenti delle aziende, con le nuove regole che non consentono di cumulare gli emolumenti di dirigente, preferiscono fare i Direttori, come è avvenuto per Tirrò a Risorse per Roma. Quindi se la Anelli rimane direttore generale significa che AMA «resterà senza amministratore delegato in balia di un CdA con maggioranza precaria e con un Direttore Generale che di fatto “surrogherebbe” il ruolo dell’ad».

Comunque sia, se dovessimo cumulare le liquidazioni dei vari amministratori che si sono succeduti nelle società capitoline, i record della Pisana si avvicinerebbero notevolmente. Ieri il Messaggero riportava una tabella che ben illustra al popolo i casini delle municipalizzate in soli quattro anni. La riportiamo in sintesi. : amministratori delegati 4, in ordine di apparizione Bertucci, Basile, Tosti (entità della liquidazione ancora ignota) e oggi Diacetti. : 3 con Panzironi Cappello e oggi la Anelli che però resta dirigente e si risparmia Cappello che però si cucca un milione. Senza contare e le altre società con nomine, contro nomine, direttori, dirigenti, quadri, promozioni e quant’altro serve agli amministratori per gestire le società a modo loro (perché ognuno ha le sue idee). Se poi guardiamo alle strutture apicali c’è da rabbrividire. Quattro capi di gabinetto in quattro anni: Santoro, Gallo Maurizio Basile e Sergio Basile (con relative liquidazioni). E sui vice stendiamo un pietoso velo.

Anche gli assessori costano perfino quando non servono, come nel caso della desaparecida Rossella Sensi. Roma ha avuto in 4 anni ben tre assessori al bilancio (con relative liquidazioni), Castiglione, Leo e Lamanda. Davvero un bel record. Poi ci sono rimpasti, rimpastini, azzeramenti di giunta (con relative liquidazioni), tanto che Roma capitale sembra ormai un grand hotel dalle porte girevoli in continuo movimento. Ora, sarà pur vero che Veltroni ha lasciato una montagna di debiti ma questa è l’amministrazione delle parentopoli, delle luccicanti kermesse, delle convention, delle luminarie, dei punti verdi qualità, delle costose emergenze abitative, dei megagalattici uffici comunicazione e stampa, dei milioni in dotazione al gabinetto del sindaco ecc. ecc. ecc. Alla fine chi succederà (ce lo auguriamo) ad Alemanno questi conti dovrà pur farli. Ma intanto Pantalone ha già pagato e i quattrini non glieli restituisce nessuno.

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