Per la regione Lazio il numero dei ricorsi pervenuti nel 2012 è di 12.690, sicchè, essendo l'attuale popolazione di 5.502.886 abitanti, il tasso di litigiosità regionale amministrativa risulta dello 0,23%, cifra rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quella degli ultimi anni». Dopo un autnno e un inverno di ricorsi sulla data delle elezioni (ma non solo) venerdì il presidente del Tar del Lazio Calogero Piscitello nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del tribunale amministrativo regionale ha portato, in fondo, una notizia confortante.
Ma l’incontro è stato soprattutto l’occasione per fare il punto sull’attività di uno dei tribunali amministrativi più attivi d’Italia, anche perchè deputato a vagliare spesso casi di interesse nazionale. Spiega ancora il presidente Piscitello: «Il volume complessivo dei ricorsi che annualmente affluiscono al Tar del Lazio costituisce, quasi costantemente dall'inizio degli anni 2000, circa un quinto del totale dei ricorsi amministrativi rilevabile su scala nazionale».
Numeri alla mano ciò significa che «nel 2012 la somma dei ricorsi proposti in tutti i Tar d’Italia è stata infatti di 56.716, mentre per il Tar del Lazio (compresa la sezione staccata di Latina) è stata di 12.690». Se la tendenza osservata è quella di una progressiva diminuzione dei ricorsi effettuati che tende addirittura al dimezzamento tra i livelli del 2000 e quelli del 2012, le cause vanno cercate nel momento di crisi che rende a volte sconvenienti le cause e per i crescenti costi delle liti, specialmente dal punto di vista fiscale.
In questo senso sono cresciuti i ricorsi collettivi, con cui si fanno valere interessi di intere categorie di soggetti variamente raggruppati e rappresentati anche da associazioni di fatto portatrici di generici interessi generali. La diminuzione dell'arretrato storico «è in gran parte frutto del diretto intervento del legislatore», anche se «la determinazione del tempo medio di attesa dei ricorsi non è stata ancora oggetto di precisa rilevazione.
Non sembra irrealistico affermare che l'attuale cifra – aggiunge Piscitello – ancora indicativa di un pesante arretrato (107.671 ricorsi pendenti al 31 dicembre 2012), è destinata ad essere notevolmente ridotta nei prossimi anni per effetto dell'estinzione di tutti quei procedimenti (almeno 40.000) per i quali deve essere soltanto emesso il decreto di perenzione, essendosi già riscontrate la sussistenza del presupposto della maturazione del tempo di giacenza necessaria e l'insussistenza dell'interesse alla decisione da parte dei ricorrenti».
Per il presidente del Tar del Lazio un ulteriore rilievo «merita la circostanza che un'elevata percentuale di ricorsi non cessa di produrre per l'erario pesanti effetti finanziari a causa delle sempre più frequenti azioni risarcitorie proposte a norma della Legge Pinto, dal momento che per tale legge sembra assumere rilevanza esclusivamente il ritardo nella definizione del giudizio».