Negli ultimi tre anni è aumentato il rischio per le imprese di cadere vittime nell’usura. Non solo per le micro realtà, ma anche per quelle più strutturate. E Roma e la sua provincia, con il 59esimo posto nazionale, peggiora la sua posizione di 12 posizioni (era al 47esimo) rispetto all’edizione 2010.
Nella mappa della vulnerabilità – che emerge dallo studio della Camera di commercio di Roma la più esposta è Napoli, la più tranquilla Bolzano. Milano e Roma peggiorano. Lo studio della Camera di Commercio di Roma è la seconda tappa di un’attività che indaga il grado di esposizione delle nostre imprese al rischio di usura quale diretta conseguenza dell’indebitamento.
Il disagio delle imprese si vede dalla numerosità dei fallimenti dichiarati e dall’aumento delle sofferenze bancarie che, solo a Roma e provincia, superano il 10% del totale nazionale. Nell’edizione basata sui dati 2010, la posizione di Roma mostrava una netta distanza da quella delle altre province del Lazio, con una netta differenza tra pronvince del Lazio nord, Roma e provincia e province del sud. Nella ricerca pubblicata ieri, basata sui dati del 2012, la Capitale scende di ben 12 posizioni nella classifica nazionale ma la distanza con le altre province si riduce. Rieti la segue di 4 posizioni (63esimo posto), Viterbo si trova al 72esimo posto. Frosinone e Latina, tra loro ravvicinate, sono rispettivamente all''88esimo e al 92esimo posto.
È interessante, però, notare che, se la distanza tra Roma e Latina in punti si riduce ad appena 99 millesimi (da 186 nel risultato sui dati 2010), la collocazione, in graduatoria nazionale, vede la Capitale scendere dal 47esimo posto al 59esimo e perdere 227 punti millesimali, mentre le province del Lazio settentrionale scalano entrambe 3 posizioni.