Ignazio alle prese con i pesanti lasciti di Gianni

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Anche per Ignazio Marino le vacanze romane sono finite, nè hanno suscitato particolare emozione fra la pubblica opinione le ricorrenti sortite ciclistiche solo nelle aree del centro storico attiguo al Campidoglio. I nodi irrisolti dalla precedente amministrazione Alemanno restano lì, tutti quanti, addirittura aggravati da nuove emergenze. Si ha l'impressione che il contestato spot sulle pedonalizzazioni, vere o promesse che siano,  abbiano caratterizzato l'immagine (sicuramente originale) di Ignazio Marino, ma che dalla prossima settimana  tocchi smontare dal sellino e mettere i piedi ben piantati per terra. Partiamo dai rifiuti.

La recente uscita dell'assessore all'ambiente Estella Marino che ripropone il tema del trattamento della raccolta differenziata che Ignazio promette al 60% entro un anno, non può far velo ai problemi che Falcognana solleva. Non tanto per la inevitabile reazione di cittadini e comitati o per gli accertamenti in corso sugli interessi privati che stanno dietro a questa operazione, quanto per la parola chiara sulla scelta di quel sito che prima o poi il sindaco dovrà pur dire. Il che implica anche una rapida decisione sulla governance di Ama che è stata un terreno di lucroso pascolo per le schiere alemanniane. Anche le altre società municipalizzate attendono risposte urgenti.

In Atac le danze dei vertici sono già cambiate, ma è solo un primo passo. Sullo sfondo resta l'indebitamento della società e gli indirizzi strategici che verranno assunti per il Tpl.  I sindacati, in particolare la Cgil,  contrastano ogni eventuale ipotesi di privatizzazione  minacciando agitazioni che potrebbero bloccare la città. E per le altre municipalizzate che accadrà? Basterà cambiarne i vertici o toccherà passare a tagli e riaccorpamenti da decidere nell'immediato per aver risultati fra qualche anno? La greppia è vuota, le società da Risorse per Roma a Zetema ad Assicurazioni di Roma andranno snellite e verificate per utilità ed efficienza. Impresa titanica che muove interessi piccoli e grandi incrostati da anni e che Alemanno si è guardato bene dal toccare. I nomadi sono un'altra grana che nonostante tutta la buona volontà umanitaria della assessora Cutini, alimenterà gli estremismi razzisti della destra forte di una opinione pubblica insofferente ai nomadi.

Se Sel già chiede di ripensare la strategia dei maxi campi che fu di Alemanno, urge risolvere la situazione critica di via Salviati. E ancora, dal 9 agosto i cantieri della metro C sono fermi. L'assessore Improta pare non cede alle richieste delle aziende che vogliono più soldi perché i costi sono ancora lievitati. Il sindaco ci vuole veder  chiaro e verificare le dimensioni di un fabbisogno che di anno in anno cresce mostruosamente,  come ha  documentato e denunciato la Corte dei Conti. Non cedere alla pressione degli imprenditori che peraltro da tempo vanno riducendo l'occupazione nei cantieri, va sicuramente a merito del sindaco, ma sarà proprio la clava dei 2400 dipendenti e dello stato avanzato dei lavori che verrà pesantemente agitata da imprese 'forti'  quali la Vianini o le cooperative rosse. Sempre che il Comune abbia ancora qualche cassetto da svuotare dopo l'abolizione dell'Imu e l'istituzione, per ora aleatoria, di nuove fonti impositive per i comuni.

Poi ci sono gli impegni della campagna elettorale. Marino aveva promesso un bonus urgente di 700 euro per l'emergenza abitativa e la relativa chiusura dei residence. Non se ne parla più, con l'aggravante di un aumento esponenziale degli sfratti accompagnato dal cronico fenomeno della occupazione di immobili  che riprenderà da subito vigore. Nè valgono i buoni intenti di utilizzare caserme concesse dal Ministero della Difesa con lunghe ristrutturazioni pubblicamente finanziate o improbabili project finanzino. Un altro grande tema è quello della manutenzione stradale, segnaletica assente e buche comprese, sulla quale la credibilità di Alemanno cadde pesantemente.

Problema non solo di decoro, ma di pubblica salute, sul quale si gioca anche l'immagine di questa amministrazione nelle periferie, ben più delle pedonalizzazioni.  L'idea del sindaco di scoraggiare l'uso delle auto a vantaggio del servizio pubblico per ora inefficiente e in parte malandato, è sicuramente vincente, ma nel frattempo anche pedoni e ciclisti hanno il diritto di transitare in sicurezza. Con la prossima riapertura si ripropone lo stato degli edifici scolastici  di competenza del Comune che secondo recenti stime per il 50% sarebbero piuttosto mal messi quando non pericolanti. Verifiche e controlli urgono prima che il maltempo crei guai ulteriori.

Infine last but not least (ad uso del sindaco anglofono) circolano alcune mine vaganti per i bilanci capitolini che potrebbero esplodere da un momento all'altro. Ci riferiamo al nodo dei Punti Verdi Qualità che questa testata tratta da anni. Qui tutto tace dopo il silenziatore burocratico frapposto e le inutili commissioni  di scopo messe in piedi senza generare alcuna decisione. In conclusione: siamo i primi a ritenere che Marino abbia tempo davanti a se (step by step) per dare il segno del cambiamento promesso. Purtroppo Roma  è città di ricorrenti emergenze che una amministrazione 'pesante', burocraticamente complessa quando non inefficiente, fatica ad affrontare. Eppure urgono scelte ed indicazioni che diano almeno una prospettiva di vera vivibilità per questa metropoli in tutta la sua "grande bellezza."

Giuliano Longo

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