Riduzione, riciclo, riuso e recupero e no alla logica dell'emergenza. Le "4R" per una nuova gestione dei rifiuti sono state al centro dell'intervento del capogruppo dei "cittadini" a Cinque Stelle Davide Barillari che non ha risparmiato stilettate polemiche nei confronti della gestione regionale degli ultimi anni e in particolare di questa giunta. «La spazzatura continuiamo a tirarla e bruciarla, cambiamo nome ai rifiuti ma continuiamo a bruciarli e sotterrarli nascondendo ai cittadini laziali la verità»
«Si stanno ancora rimpallando la responsabilità su chi gestisce il problema rifiuti, se non è Falcognana è un'altra discarica, chiudiamo Malagrotta ma spostiamo l'immondizia da un'altra parte. Non stanno risolvendo il problema ma lo stanno spostando da una parte all'altra. Vogliamo che Zingaretti prenda una posizone chiara, che rinunci per sempre alla logica dell'emergenza rifiuti, delle discariche e degli inceneritori e che avvii finalmente la differenziata, il compostaggio, il riciclo, il riuso e la riduzione dei rifiuti. Zingaretti su questo ha promesso tanto in campagna elettorale ma non ha fatto nulla. Questo è il vero problema». E' un attacco diretto quello del capogruppo del M5S in Consiglio regionale sull'emergenza rifiuti a Roma. «Noi vogliamo denunciare – ha proseguito – la mancanza di trasparenza e di coinvolgimento dei cittadini, denunciare il business dei rifiuti, la malavita e tutta la logica che c'è dietro di speculazione economica. Ipotizziamo di fare un esposto, noi abbiamo dieci risoluzioni, vediamo se le bocceranno tutte in maniera pregiudiziale o se capiranno che c'è un'alternativa alle discariche».
E ancora, puntando il dito contro la politica: «Ogni consigliere regionale del Lazio è responsabile perché siamo al 20 per cento della differenziata nonostante abbiamo finanziato centinaia di milioni dal bilancio per incentivarla. La soluzione, senza bisogno di esperti e di riflessioni a spese dei cittadini ma solo di buonsenso, passa per avviare raccolta porta a porta con campagna informativa per i cittadini, creare una cultura del valore del rifiuto e del bene collettivo, promulgare leggi regionali che impongano riduzione rifiuti a monte con tassa di smaltimento per produttori» insieme ad «agevolare l'economia derivata da una gestione virtuosa rifiuti per produrre posti di lavoro» in modo da far sì che «i proprietari delle discariche paghino i costi di bonifica e rifondino i danni al SSR per i danni alla salute causati dai loro impianti».
Anche i comitati della Laurentina, in un comunicato ufficiale, non hanno apprezzato l'intervento del presidente Zingaretti replicando che sul problema di Falcognana non è questione di «populismo» ma «di legittima difesa di una comunità che sta lottando per quanto c’è di più sacro e inviolabile, ovvero la salvaguardia dell'’ambiente e il diritto al futuro degli abitanti. Al governatore Zingaretti non è bastata la manifestazione di oltre 15 mila persone per comprendere che è la gente a dire "no" a Falcognana. Evidentemente la parola democrazia non fa parte del suo vocabolario visti i reiterati e già denunciati comportamenti dispotici messi in atto».
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Per i comitati antidiscarica l'Amministrazione regionale è portatrice di «politiche pubbliche sterili che contrasteremo sempre e dovunque». Insomma, mentre la maggioranza illustra la nuova stagione dei rifiuti di Roma e Lazio, opposizione e comitati non danno il minimo segno di cedimento, promettendo ancora battaglie, barricate e proteste, alla ricerca di risposte concrete su un problema da troppi anni caratterizzato dalla parola "emergenza".
cq