Ama Roma, l’ex ad lascia Multiservizi

Uscita soft per Franco Panzironi, l'uomo legato a parentopoli

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Fatte salve le vicende giudiziarie in corso, con la lettera di dimissioni di Franco Panzironi dalla Multiservizi spa (consociata Ama) si chiude l’epoca poco gloriosa di parentopoli. «Durante un incontro con il sindaco Ignazio Marino avvenuto questa mattina – recita il comunicato ufficiale- il presidente di Roma Multiservizi Spa, Franco Panzironi, ha manifestato la sua disponibilità a dimettersi dalla carica. Al termine del colloquio, avvenuto in un clima di cordialità, il presidente Panzironi ha inviato la lettera formale con cui rassegna il mandato al presidente del collegio sindacale di Roma Multiservizi Spa, Edoardo Cintolesi».Su Panzironi sono corsi fiumi d’inchiostro. Dall’Unire per le razze equine, alla vittoria di Alemanno, ai vertici dell’Ama che lascia per approdare in Multiservizi, vittima sacrificale di Gianni a200 mila euro circa anno. No, non morirà di fame Franco perché la politica è sempre prodiga con i suoi dirigenti piazzati qua e là. Tanto più quando sono depositari delle storie e degli intrecci di potere che continuano a percorrere e condizionare il Moloch capitolino, la paciosa Casta de noantri,  che non mangia mai le sue vittime, ma le allontana, rimuove, sputa senza gran danno.In nome della continuità di un sistema che ad ogni cambio della guardia stratifica nuovi fedeli servitori accumulando nuove prebende a quelle antiche. Così le erinni giacobine si stemperano inevitabilmente nelle pieghe di un sistema dove passano a decine gli amministratori delle consociate, ma restano i dirigenti che quella macchina capitolina controllano e governano da anni. Tutto deve  cambiare perché nulla cambi, fra grembiulini di logge collaudate, amici dei palazzi che contano più o meno attigui al Campidoglio,  manager provenienti da potenti intoccabili gruppi e tanto altro ancora. Tutto avvolto in vapori turibulari fra  le luci e le ombre crepuscolari di questa Roma dalla ‘grande bellezza’  Ma che volete farci. Non ci resta che parafrasare  il grande Bogart “that’s politics, baby”.

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