Nonostante qualcuno la reputi una pratica chiusa, oggi ancora esiste un’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) che consente al CO.LA.RI. di proseguire i lavori di costruzione della discarica di Monti dell’Ortaccio. Raggio Verde ha impugnato tale provvedimento ed il TAR, aderendo al contenuto dell’A.I.A., ha consentito la prosecuzione dei lavori di costruzione della discarica, subordinando il solo conferimento dei rifiuti in discarica alla presentazione di un modello idrogeologico, dal quale risultasse inequivocabilmente l’assenza di pericolo di inquinamento della falda. «Tale studio per quanto non abbia analizzato, per stessa ammissione da parte dell’Università, – si legge in un comunicato dell’associazione – le conseguenze di tutte le possibili fonti di inquinamento, ha condotto alla piena conclusione che non si possa escludere il pericolo di inquinamento della falda acquifera attorno all’erigenda discarica. Oltre ad aver determinato una quota di falda nettamente superiore a quella dichiarata in progetto, tanto da dar luogo potenzialmente ad una “discarica galleggiante” non rispettosa delle normative, l’Università ha constatato l’assenza della necessaria barriera geologica naturale e l’inefficacia dei sistemi di impermeabilizzazione previsti in progetto (il cosiddetto Polder) e pertanto inequivocabilmente la discarica inquinerà la falda acquifera affiorante. Inoltre lo studio dell’Università dimostra che il lago di Monti dell’Ortaccio non è acqua piovana ma falda affiorante direttamente comunicante con quella profonda». Raggio Verde chiede dunque il ritiro dell’Aia. L’associazione chiederà al TAR la fissazione dell’ udienza per la discussione della sospensiva.
Monti dell’Ortaccio, «rischio idrogeologico» nell’area
L'associazione Raggio Verde presenta lo studio dell'Università. «Ora ritirate subito l'Aia»