Comune di Roma, approvato il bilancio senza aumenti di tasse (per ora)

Si potrà contare anche sui 315 milioni del decreto “salva Roma” del Governo

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I quotidiani romani stamane si diffondevano sulla notte dei lunghi coltelli della giunta capitolina per l’approvazione del bilancio 2013, non senza qualche malizia nel descrivere un sindaco dall’eterno sorriso smorzato nell’apprendere di un presunto buco Ama di 53 milioni scoperto all’ultimo momento. Ma miracolosamente, nel corso della notte, visto che la lunga riunione è durata dalle 17 di ieri pomeriggio all’una di questa notte, il buco è sparito e quindi Marino terrà fede al suo impegno a non aumentare le tasse ai romani.

Il che è solo una mezza verità perché comunque il trasferimento dei rifiuti da Roma ad altre regioni del nord costerà circa 145 euro a tonnellata contro i 65 che si pagavano all’avv. Cerroni per Malagrotta e l’aumento ci sarà, ma inglobato nella tassa unica comunale, la futura Tise. Ma fuori dagli artifici contabili e la propaganda del sindaco no tax, resta il fatto che questo del 2013 sarà davvero un bilancio di lacrime e sangue senza che per il 2014 si aprano spiragli. Invece alla storia Marino ci passerà per essersi trovato un buco di 816 milioni che Alemanno si è guardato bene di pubblicizzare sotto campagna elettorale continuando a gestire il bilancio in dodicesimi mese per mese.

E questo l’opposizione di destra lo sa bene tanto che le converrà abbozzare in aula facendo qualche moina da duri, ma abbozzando sul complesso della manovra anche perché nessuno sarebbe in grado di risolvere il problema se non con altri feroci tagli di spesa e l’aumento dell’imposizione fiscale. E’ vero che oggi il bilancio capitolino, di 6,5 miliardi di euro, può contare sui 315 milioni del decreto ‘salva Roma’ del Governo (in totale 485 dei quali 315 subito e 187 nel 2014 ), sui 100 milioni della Regione per il trasporto locale (e non i 140  vantati) e sugli ipotetici 38 milioni di multe. Per il resto tagli e solo tagli. Meno 40 milioni per l’ambiente, meno 59 per i trasporti, meno 4 per l’assessorato alle attività produttive più i tagli sostanziosi ai bilanci dei municipi e altro ancora.

Aumenteranno, in modesta misura, le risorse per i servizi sociali (9,5 milioni), per le infrastrutture scolastiche (circa 12) e 46 per la manutenzione. In questo cupo contesto fa quasi sorridere l’entusiasmo di Repubblica (apparentemente rientrata nei ranghi di un timido sostegno a Marino) che oggi titola sulle Olimpiadi: “A Roma i giochi a Milano lo stadio”. E chissenefrega delle Olimpiadi del 2024 quando qui stiamo con l’acqua alla gola. Certamente le colpe non sono di questo nuovo sindaco che tuttavia, come quelli che l’hanno preceduto, ha il vezzo dei proclami oltre che delle promesse difficili da mantenere. In genere prima si sistemano i conti e poi si progetta o si sogna a seconda dei casi.

C’è infine un elemento da non sottovalutare che sta nella ripresa economica di questa città. Ebbene Marino ha proposto un patto con i costruttori per rilanciare non la speculazione, ma il risanamento e la valorizzazione delle risorse del territorio. Questa è la macchina che può rimpinguare le casse esauste del Comune senza nulla regalare agli imprenditori come ha fatto Alemanno per anni. Un grande progetto economico/urbanistico innovativo e anche avveniristico che potrebbe rilanciare l’immagine di questo sindaco ben più delle estemporanee pedalate in bici o della parziale chiusura dei Fori.

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