Ama, arriva l’Amerikano

Il sindaco Marino s’inventa una megaconsulenza per il guru della monnezza di San Francisco

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Giusto poche ore fa il loquace sindaco Ignazio Marino faceva sapere di aver ricevuto già 20 curricula da altrettanti dirigenti che si ritengono in grado di governare quell’enorme baraccone che è ormai l’azienda capitolina di pubblica igiene Ama.

Certo, metter mano a una multiutility che ha già accumulato 500 milioni di debito, spalmati dal solerte ex Ad Franco Panzironi in 25 anni pagando fior di interessi ma vantandola come un’operazione di risanamento nel nome del suo grande amico Alemanno, è impresa da far tremare i polsi anche ai migliori. Ma se non proprio i 400mila euro annui che si cuccava il Panzi, almeno quei probabili 300mila, più benefit vari, fanno gola a tutti.

Comunque adesso Marino non ha tempo per i colloqui, che potrebbe benissimo delegare ad altri disponendo di fior di assessori, capi di gabinetto segretari generali ecc., perché deve pensare al bilancio. Ma nel frattempo suggeriremmo ai candidati, in attesa del fatale incontro, di studiarsi la storia di Ama degli ultimi 10 anni almeno. Si accorgerebbero allora che in azienda più che una laurea alla Bocconi e un paio di master al Mit, conta aver fatto carriera nella CISL o essere imparentato con qualche influente personaggio politico. Non solo, il candidato verrebbe a scoprire che, dopo Franco, in azienda è arrivato da Milano tal dott. Cappello già direttore generale di Amsa a Milano, ancora nel luglio 2011 rimpianto dalla presidente di quella azienda, Sonia Cantoni, appena nominata da Pisapia, che incontrammo personalmente. Dire Amsa a Milano significa parlare di A2A colosso bresciano/milanese dell’ energia,  della termovalorizzazione ed applicazioni ambientali di cui Ama fa parte. Qualcosa come Acea, Ama più Cerroni.

Appena dopo un anno Alemanno liquida Cappello per motivi ignoti ai più ma probabilmente per forti divergenze con il sindaco sul risanamento del baraccone e se ne va con un milione di buonuscita in tasca. Ora si da il caso che, rispetto alla graduatoria dei manager disponibili, Cappello fosse al top con tutto il rispetto per i 20 candidati. Ma Ignazio guarda lontano. Anzi, appena può, oltreoceano. E questa volta che fa? S’inventa una megaconsulenza per la persona di Jack Macy, guru della monnezza di San Francisco, che, secondo il sindaco, conoscerebbe benissimo la situazione capitolina dei rifiuti.

Insomma occhio e in campana, boys dell’Ama, ché arriva l’Amerikano e vi fa il culo a strisce. Intanto è probabile la cancellazione dell’assessorato all’ambiente, attualmente governato dall’affascinante Estella Marino, per la sua palese inutilità.

 

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