Al momento la discussione in Aula Giulio Cesare sul bilancio capitolino è bloccata e l’opposizione chiede l’intervento del Prefetto perché i termini di legge sarebbero già scaduti. In verità il Consiglio sino ad oggi si è limitato ad una discussione cosiddetta “propedeutica”, cioè preliminare a quella vera con le proposte della maggioranza per abbattere i 230mila fra emendamenti e ordini del giorno presentati soprattutto dalla lista Marchini che ha successivamente rimorchiato i partiti di destra. Poche ore fa Alemanno, che era stato accusato da Sveva Belviso di accondiscendenza nei confronti del sindaco, ha minacciato l’Aventino, ovvero l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di opposizione. Resta da capire a nome di chi parli Alemanno che, come tutti i suoi colleghi di centro destra, pare scavalcato dalla iniziativa di Alfio Marchini che per primo ha posto l’ipotesi del commissariamento della Capitale come male minore di fronte alla inadeguatezza di questa amministrazione.
La manovra in corso mira ad ottenere, come prevede la legge, prima una diffida formale del Prefetto sullo sforamento dei tempi di approvazione e contestualmente la lettera che proroghi di 20 giorni i termini per la discussione in Consiglio. In tal modo si trascinerebbe l’approvazione di un bilancio, che si badi bene, va imputato alla precedente amministrazione, fin quasi sotto Natale indebolendo l’immagine di Ignazio Marino reo di non aver affrontato in precedenza il problema di un bilancio di difficile stesura. Un ritardo che l’assessore Daniela Morgante, attribuisce ai tempi richiesti dalla decisone del Governo per scaricare 300 milioni degli 816 di buco sul debito consolidato della Capitale, operazione cui ha fatto seguito l’impegno della Regione Lazio per sbloccare 100 milioni destinati al trasporto pubblico romano.
Per di più l’eredità lasciata da Alemanno ha imposto di tagliare una serie di poste di bilancio tutt’altro che facili da individuare. Se queste sono le ragioni del ritardo annunciato resta da parte di Marino e dei suoi una certa sottovalutazione del peso decisivo dell’aula nella delicata fase di approvazione del bilancio. Fatto che non ha risparmiato a Marino l’accusa di improvvisazione e di scarsa conoscenza dei meccanismi d’aula che unite a qualche tensione nella maggioranza lasciamo ancora (forse per poco) questa amministrazione sotto botta.
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