Bilancio di Roma, arriva la proroga del prefetto: rimpasto più vicino

La missiva inviata da Giuseppe Pecoraro a Ignazio Marino parte da oggi e scade il 23 dicembre

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Bilancio Roma, il prefetto allunga i termini per l'approvazione

La lettera di proroga e diffida del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, indirizzata al sindaco Ignazio Marino, è stata consegnata qualche ora fa ai consiglieri dell’Assemblea capitolina. Con la missiva la scadenza per l’approvazione del bilancio di previsione 2013 viene prorogata di 20 giorni a partire da oggi sino al 23 dicembre. Soddisfatta l’opposizione che la lettera aveva chiesto a gran voce e che sputtana il sindaco costringendolo ad approvare il bilancio sotto Natale. Soddisfatta la maggioranza che ha più tempo per superare l’ostruzionismo dell’opposizione. Indifferente il popolo alla vicenda di un bilancio in gran parte di competenza della gestione Alemanno. Eppure sarebbe riduttivo poetare come Leopardi  “passata la tempesta odo augelli far festa” perché dopo l’approvazione la festa per Ignazio Marino non sarà ancora cominciata.

A guastarla ci sono i malumori del Pd rintuzzati da Goffredo Bettini ancora questa mattina sul Corriere della Sera. Eh si, perché la lettera di Pecoraro fa gioco anche al Pd che ha tempo per valutare cosa succederà dopo le primarie aperte che dovrebbero incoronare Matteo Renzi segretario del partito. Della liason fra Ignazio Marino e il sindaco di Firenze è inutile parlarne tante e tali sono state le effusioni di amorosi sensi fra i due. Invece vale la pena di sottolineare che dopo un primo accorato endorsement di Goffredo a Matteo, il grande Bettini ha virato bruscamente su Cuperlo fiutando che altrimenti il suo candidato alla segreteria romana Cosentino non sarebbe passato. Infatti Roma, come altri grandi città, nelle primarie congressuali dei soli iscritti, non ha mancato di bocciare il ciarliero fiorentino puntando sul sobrio Cuperlo.

E’ noto che se Renzi non dovesse superare il 50%, qualunque sia la partecipazione alle primarie, dovrà conquistarsi il titolo all’Assemblea Nazionale del Pd dove i suoi numeri non sono plebiscitari.  E la crescente affermazione di Civati nei sondaggi, se confermata dal voto, qualche problema all’affermazione di Matteo potrebbe crearlo. Apparentemente la vicenda non dovrebbe impensierire Marino che continua a pedalare tranquillamente da solo, a meno che, fra poche settimane, si trovi di fronte all’ostacolo del rimpasto di Giunta che molti del Pd vorrebbero. Anzi, si sa che il cauto e navigato Cosentino sta lavorando proprio in questa direzione.

Ma è anche vero che se il sindaco respingesse questa richiesta  si aprirebbe un problema politico serio. Certo, Marino può sempre agitare il bastone delle sue dimissioni  anche se  questa volta rischierebbe di sbattere contro il muro Dem. Per di più una mezza vittoria di Renzi rafforzerebbe la tribù dalemian-bersaniana che non vide di buon occhio il blitz di Bettini sul nome del “marziano” chirurgo alle primarie. Ecco perché il sindaco, allergico agli inciuci della politica, potrebbe ingoiare senza tante storie l’inciucio del rimpasto, se vuole restare in sella. Anche Alfio Marchini sa che il sindaco si piega e non si spezza, ma sa che il prossimo giro elettorale, magari anticipato, potrebbe toccare a lui e questa volta senza Bettini  a guastargli la festa.

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